Home 2014 12 gennaio EU. ESTERO GERMANIA. DOTTORATI E IMPRESE
GERMANIA. DOTTORATI E IMPRESE PDF Stampa E-mail

In Germania, dove il comune «interesse» tra imprese e università è probabilmente più vivo, ogni anno dell’ultimo decennio hanno conseguito il titolo di dottorato circa 24 mila persone, dato superiore del 2,5 per cento alla media Ocse. E il 60 per cento dei dirigenti delle imprese quotate in borsa ha un titolo di dottorato. Dottorati che sono gratuiti per sei semestri, ma non sono automaticamente accompagnati da alcuna borsa di studio, anche se l’80 per cento delle persone che li frequenta ha già un contratto di lavoro a tempo determinato presso l’università dove svolge il dottorato (nel 76 per cento dei casi), da ricercatore presso enti di ricerca non universitari (8 per cento) e, con riferimento al dottorato industriale, un regolare contratto di lavoro con l’impresa (16 per cento). L’inconveniente rispetto all’Italia è rappresentato dal fatto che in Germania «spetta al futuro dottorando di preoccuparsi autonomamente di trovare un professore che accetti di fare da supervisore della tesi, indipendentemente dal fatto che il dottorato sia svolto in università o in azienda». «Questa è la conditio sine qua non per attivare il dottorato: il giovane ha in mente un’idea o un progetto, lo descrive, trova un supervisore e chiede l’attivazione presso l’università». Nel caso di un dottorato industriale, poi, spetta sempre «al giovane laureato cercare e presentare la propria candidatura presso un’impresa che abbia interesse a promuovere e finanziare un contratto di lavoro per una persona che svolga internamente un dottorato». Se la selezione va a buon fine, il giovane dovrà poi cercare il supervisore presso un'università, spesso tramite i propri ex docenti universitari. Molte grandi imprese tedesche, inoltre, soprattutto nel settore automotive, biotecnologie, energia, ambiente, industria farmaceutica e comunicazioni offrono in prima persona posti per giovani che intendono svolgere un dottorato. In questo caso, il tema di ricerca viene generalmente proposto dall’azienda. Il rapporto che si instaura è in tutto analogo a un vero e proprio rapporto di lavoro, a tempo pieno o parziale.
(Fonte: M. Ori, M. Rigamonti,
www.tempi.it 01-12-2013)