Home 2014 3 febbraio IN EVIDENZA NATURE CERTIFICA LA RICERCA ITALIANA
NATURE CERTIFICA LA RICERCA ITALIANA PDF Stampa E-mail

Il settimanale inglese Nature riferisce che negli ultimi dieci anni la qualità media degli articoli scientifici redatti da ricercatori italiani, misurata attraverso il numero di citazioni, è costantemente aumentata. Nel 2002, infatti, l’articolo di un italiano riceveva il 20% in più di citazioni rispetto alla media mondiale. Nel 2012 l’articolo di un italiano ha ricevuto oltre il 50% in più di citazioni rispetto alla media mondiale. Una straordinaria performance, che ha reso possibile il sorpasso sugli Stati Uniti. Il numero medio di citazioni di un articolo di un ricercatore italiano è, ormai, superiore a quello di un ricercatore statunitense. La qualità media delle pubblicazioni italiane è inferiore, ormai, solo a quella dei ricercatori svizzeri e dei ricercatori inglesi. La statistica comparativa riguarda un indicatore piuttosto sofisticato: il numero di citazioni normalizzato per disciplina. Ed è stata elaborata dagli esperti della Elsevier per l’International comparative performance of the UK research base – 2013, un rapporto redatto su richiesta del Department of Business, innovation and skills (Bis) del governo di Sua Maestà britannica. Ma è del tutto congruente con i dati bibliometrici pubblicati di recente dall’Ocse, dall’Unione europea, dalla National science foundation e da tutte le più autorevoli società internazionali di valutazione. Ma la qualità non è disgiunta dalla quantità. I ricercatori italiani sono non solo bravi, ma anche dei gran lavoratori. Sono ancora i tecnici dell’Elsevier a ricordarcelo. La popolazione italiana è pari allo 0,9% della popolazione mondiale. La ricchezza prodotta dall’Italia nel 2012 è stata di 1.863 miliardi di dollari, pari al 2,2% del prodotto interno lordo del mondo intero. Gli investimenti italiani in ricerca e sviluppo (R&S), 23 miliardi di dollari, sono stati appena l’1,5% della spesa totale mondiale (che, secondo la rivista R&D Magazine nel 2012 ha superato i 1.500 miliardi di dollari). I ricercatori italiani, circa 80.000, sono appena l’1,1% della comunità scientifica mondiale (che conta, ormai, secondo l’Unesco, più di 7,3 milioni di ricercatori a tempo pieno). Ebbene questo 1,1% di ricercatori che ha potuto contare sull’1,5% delle risorse nel 2012 ha prodotto il 3,8% degli articoli scientifici del mondo. Unico, tra i grandi Paesi occidentali, a migliorare la propria performance malgrado l’irruzione sulla scienza di cinesi e indiani. Non solo, gli articoli dei ricercatori italiani hanno ottenuto il 6% delle citazioni del mondo intero. Superando in termini assoluti i ricercatori canadesi e quelli giapponesi. Per investimenti assoluti l’Italia è il quattordicesimo paese al mondo. Ma per numero di citazioni è il sesto: solo Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Cina e Francia hanno ottenuto di più. I numeri parlano chiaro: i ricercatori italiani sono tra i più produttivi al mondo, insieme agli olandesi. Solo gli svizzeri producono, in media, più articoli. Ma la Svizzera e l’Olanda destinano alla ricerca più del doppio delle risorse dell’Italia. Dunque, nessuno al mondo riesce a fare così tanto con così poco.
(Fonte: P. Greco, IlBo 07-01-2014)