Home 2014 3 febbraio RECLUTAMENTO RECLUTAMENTO E SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI
RECLUTAMENTO E SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI PDF Stampa E-mail

In un articolo su Roars G. Pascuzzi traccia le origini storiche dei settori scientifico-disciplinari e infine espone alcune conclusioni, tra cui le seguenti.
Il moltiplicarsi delle discipline ha portato, nel tempo, alla necessità di accorparle soprattutto al fine di rendere più agevoli i concorsi che nel nostro Paese costituiscono la strada prescelta per reclutare i professori. Sono nati prima i raggruppamenti disciplinari (definiti per la prima volta con D.M. 14 marzo 1974), poi i settori scientifico-disciplinari (l. 341/1990 e d.p.r. 12 aprile 1994) e, da ultimo, i settori consorsuali (D.M. 29 luglio 2011 n. 336). In conseguenza di ciascuna di queste riforme i professori e i ricercatori universitari (come docili soldatini) sono stati reinquadrati nelle nuove caselle via via enucleate.
I settori scientifico-disciplinari sono gabbie. In quanto tali non sono in grado di contenere la complessità del reale in continuo mutamento. Il rischio è che la loro rigidità ostacoli il progresso del sapere (e la sua trasmissione). Le discipline sono sì campi del sapere. Ma esse sono anche gruppi sociali (formati dai cultori della disciplina) che condividono principi, valori, tassonomie, metodologie. I gruppi sociali disciplinari hanno interesse a difendere il proprio sapere. Soprattutto hanno interesse a trasmetterlo e a riprodurlo. Ecco la ragione per cui il reclutamento è la preoccupazione più importante per molti professori universitari. Inoltre i
settori scientifico-disciplinari generano almeno due tipi di danni collaterali. Danneggiano gli studenti perché i curricula dei corsi di studio sono concepiti ribaltando gli SSD (nati per disciplinare le carriere dei professori) sulla didattica senza che nessuno abbia mai spiegato il fondamento razionale di tale scelta. Danneggiano i ricercatori che si dedicano alla ricerca interdisciplinare o transdisciplinare. Da questo punto di vista, gli SSD diventano veri e propri ostacoli al progresso delle conoscenze.
(Fonte: G. Pascuzzi, Roars 18-01-2014)