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VALUTAZIONE DELLE SCIENZE UMANE. LA REVISIONE DEI PARI PDF Stampa E-mail

La revisione dei pari, da molti considerata come l’unico strumento sicuro ai fini della valutazione delle aree disciplinari delle scienze umane (SSH) nel loro complesso, è estremamente costosa, sia in termini di tempo che di impegno delle risorse umane. È noto che il REF inglese fa ricorso in maniera prevalente alla revisione dei pari anche per i settori delle scienze dure; la VQR italiana, recentemente conclusasi, ha operato nelle aree delle SSH per lo più affidandosi alla peer review o alla informed peer review (revisione dei pari integrata da dati relativi alle classifiche di riviste). Non a caso, entrambi gli esercizi di valutazione sono ritenuti estremamente dispendiosi. La cosa può anche essere ritenuta accettabile dal momento che tali esercizi si svolgono con una cadenza non troppo frequente. La questione appare in una luce diversa quando si tratta di valutazioni d’ateneo o di struttura. In questo caso, il ricorso alla revisione dei pari diviene improponibile; è proprio per questo motivo che ora molte strutture cercano di adattare gli esiti della VQR piegandoli a fini non previsti, quali la valutazione interna di ateneo ai fini del reclutamento. In fondo, si tratta di risparmiare tempo e denaro. Inoltre, la peer review non gode di buona stampa: molti la considerano «soggettiva», in opposizione a una presunta «oggettività» dell’analisi citazionale, un argomento fallace ma diffuso. D’altro canto gli esiti della VQR sembrano dimostrare un’eccessiva variabilità nei risultati della revisione dei pari, troppo spesso influenzata da appartenenze di scuola.
(Fonte: A. Banfi, Roars 19-01-2014)