Home 2014 3 febbraio RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE. VALUTAZIONE VALUTAZIONE DELLA RICERCA NELLE AREE UMANISTICHE E SOCIALI
VALUTAZIONE DELLA RICERCA NELLE AREE UMANISTICHE E SOCIALI PDF Stampa E-mail

Il Consiglio Direttivo dell’ANVUR ha deliberato nel febbraio dello scorso anno la costituzione di un Gruppo di lavoro di esperti denominato “Database e nuovi indicatori”. Il Gruppo risponde all’esigenza di far avanzare le conoscenze sulla produzione scientifica sulle riviste in lingua italiana nelle aree umanistiche e sociali, di sperimentare indicatori non citazionali e di monitorare gli sviluppi delle nuove forme di pubblicazione accademica, incluso l’Open Access. In merito al documento (ANVUR - Gruppo di lavoro Database e nuovi indicatori) M. Cammelli su Roars (18-01-14) fa rilevare che nelle scienze giuridiche le riviste intese come pubblicazioni periodiche (in genere, bi o trimestrali) costituiscono strumenti di informazione (ormai superati dai collegamenti on line) e di primo approfondimento, salvo la presentazione di saggi più impegnativi dedicati a temi classici di carattere teorico o generale di cui si propongono nuove prospettive o si avanzano proposte di approfondimento. Il resto - e dunque la ricerca più ampia che mira al difficile confronto tra dinamiche di cambiamento (politiche, istituzionali, economiche, sociali), innovazioni operate (in via legislativa o giurisprudenziale, domestica o sovranazionale) e ordinamento esistente in modo da individuarne le ragioni, la portata e le implicazioni - necessita sovente di uno spazio sufficientemente ampio per potere dare conto di tutti questi profili e di quanto è stato elaborato in materia dalla dottrina e dalla ricerca precedente. Il che richiede un’architettura molto più complessa e uno spazio assai più ampio, assicurati di norma da un lavoro monografico, e contemporaneamente spiega per quale motivo la maturità scientifica di un giovane ricercatore sia valutata preferibilmente su questo terreno. E infine M. Cammelli conclude, in breve, che si intende colmare quella che è avvertita come una lacuna (mancanza di strumentazioni quantitative nelle scienze sociali) senza spiegare perché tale mancanza è una lacuna; lo si fa con una complessa rilevazione che presuppone una serie di importanti operazioni preliminari di metodo (tecnica della citazione), di merito (natura e classificazione delle riviste di cui si raccolgono le citazioni) e tecniche (software) con effetti standardizzanti di cui non si valuta né il risvolto culturale né il peso che è addossato a soggetti esterni (autori, editori, gruppi di lavoro operanti presso le riviste), lasciando per di più ai margini alcuni elementi significativi, in particolare i temi delle riviste vs. monografie e degli autori giovani e anziani.
C'è da chiedersi: ma non varrebbe la pena dedicare anche solo una piccola quota di tutte queste energie, peraltro richieste a tutti (compreso il gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta), per studiare anche in via sperimentale forme di valutazione di qualità e di merito degli elaborati che per esplicitazione e solidità dei criteri seguiti, autorevolezza di chi le formula, esaustività di argomentazioni e la pubblicità della loro circolazione, rendano riconoscibili e dunque responsabili i giudizi e le motivazioni?
(Fonte: M. Cammelli, Roars 18-01-2014; Astrid Rassegna 194 - 1/2014)