Home 2014 3 febbraio VARIE L'ABBANDONO DEL MODELLO COSTITUZIONALE DELL'UNIVERISITÀ
L'ABBANDONO DEL MODELLO COSTITUZIONALE DELL'UNIVERISITÀ PDF Stampa E-mail

La nostra Costituzione (art. 33) collega il principio di autonomia universitaria, a garanzia della libertà di insegnamento e di ricerca scientifica, all’istituto della riserva di legge. Definisce così un rapporto privilegiato — se non esclusivo — tra legge dello Stato da un lato e autonomia statutaria dall’altro. Ora, la “rottura” del rapporto legge dello Stato/Statuto appare del tutto evidente. Ciò anche grazie a una giurisprudenza costituzionale assai poco incline a interpretare in modo rigoroso la garanzia di cui all’ultimo comma dell’art. 33 (vedi la sentenza n. 383 del 1998); nonché a seguito dell’estendersi delle competenze regionali in materia d’istruzione, ricerca e sostegno all’innovazione, che ha contribuito a far smarrire il senso di un’università intesa come comunità (non locale, bensì internazionale) degli studi e della ricerca. Attualmente il sistema universitario appare regolato da una selva incolta di decreti ministeriali, i quali si sono andati stratificando senza coerenza dalla fine degli anni ’80. Decreti emanati di volta in volta che hanno reso evidente la perdita di visione complessiva. Una congerie di atti (non solo decreti, anche circolari, regolamenti, atti ministeriali di incerta natura), privi di organicità, reggono ormai le sorti dell’università. Nell’insieme — forse — può dirsi che esprimono una concezione di “autonomia sotto tutela ministeriale” (D’Atena), ma ciò che preoccupa maggiormente è che tutti questi atti, nella loro caoticità, non interpretano nessuna idea di università.
(Fonte: G. Azzariti, articolo integrale qui, 13-01-2014)