Home 2014 14 marzo RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE. VALUTAZIONE RICERCA. VALUTAZIONE COME FENOMENO NIMBY
RICERCA. VALUTAZIONE COME FENOMENO NIMBY PDF Stampa E-mail

Dal versante dell'università ho ricevuto una conferma forte e in parte inattesa del fatto che la valutazione è un tipico fenomeno "nimby" (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile"), accolto con favore purché riguardi gli altri e non noi. Il valutatore è un nemico contro cui lottare a colpi di ricorsi al Tar, da delegittimare in ogni modo lecito e meno lecito, le tecniche sono per definizione inadeguate, i giudizi parziali, quando non legati a oscuri giochi di potere. Si rifiuta soprattutto l'idea che gli esiti della valutazione comportino delle conseguenze, benché sia evidente che una valutazione che non ha conseguenze resta lettera morta: tanto è vero che non appena si è introdotto nell'università un finanziamento legato alla valutazione, si è levato un coro di proteste.
Se il fine della valutazione è di innescare processi di miglioramento, è essenziale la funzione di identificazione dei punti critici del sistema o delle istituzioni o di parte di esse, non per il gusto di assegnare dei cattivi voti, ma perché diventino oggetto di una riflessione sistematica. Non sempre, ma già succede: a seguito della VQR (Valutazione della qualità della ricerca), alcuni dipartimenti o atenei, non tutti ma nemmeno troppo pochi, hanno introdotto spontaneamente pratiche virtuose.
(Fonte: L. Ribolsi, IlSole24Ore10-02-2014)