Home 2014 8 aprile IN EVIDENZA L’OCCUPAZIONE IN CALO DEI LAUREATI NON DIPENDE DAL DISALLINEAMENTO TRA FORMAZIONE UNIVERSITARIA E MERCATO DEL LAVORO
L’OCCUPAZIONE IN CALO DEI LAUREATI NON DIPENDE DAL DISALLINEAMENTO TRA FORMAZIONE UNIVERSITARIA E MERCATO DEL LAVORO PDF Stampa E-mail

Da un decennio circa le immatricolazioni calano (il tasso di passaggio scuola-università, per l’Italia è meno del 50%, di 11 punti inferiore a quello medio europeo) e diminuiscono anche i passaggi dalla laurea triennale a quella magistrale (il 47% nel 2012). Le ragioni, purtroppo, non sono un mistero: la prima sta nell’immagine pubblica dell’università, con giornali e televisioni che presentano sistematicamente gli atenei come luogo di corruzione, organismi feudali e inutili. Il debole giornalismo italiano dimostra di non riuscire a distinguere gli episodi di cattiva governance, o addirittura di corruzione, dal funzionamento complessivo di un sistema che sforna circa 300.000 laureati l’anno. L’effetto di questa campagna è diffidenza, disaffezione, rinuncia a proseguire gli studi. Non si deve però dimenticare un altro fattore decisivo: la carenza di fondi per il diritto allo studio. L’Italia è in fondo alle classifiche europee per il sostegno all’istruzione universitaria e perfino molti degli aventi diritto non riescono a ottenere le magre borse stanziate dalle Regioni. In una crisi prolungata il costo degli studi, per gli studenti e per le famiglie, può essere proibitivo, soprattutto se cumulato all’incertezza sugli sbocchi lavorativi.
Quindi, non incolpiamo il mismatch (disallineamento tra formazione universitaria e mercato del lavoro) se le prospettive occupazionali dei laureati sono difficili: esse dipendono dall’andamento generale dell’economia e dalle scelte dei governi piuttosto che dagli “errori” nell’orientamento scolastico.
(Fonte: F. Tonello, unipd.it/ilbo 31-03-2014)