Home 2014 8 aprile STUDENTI TEST PER I CORSI DI MEDICINA. COME BYPASSARLO DALL’ESTERO
TEST PER I CORSI DI MEDICINA. COME BYPASSARLO DALL’ESTERO PDF Stampa E-mail

Secondo una sentenza del TAR del Lazio pubblicata agli inizi di febbraio, lo studente, iscritto alla facoltà di Medicina dell'Università Cattolica «Nostra Signora del Buon Consiglio» di Tirana, che lo domanda, ha diritto di essere trasferito dall'ateneo albanese in uno italiano, benché non abbia mai superato il test di ammissione a Medicina. I 62mila aspiranti medici che il prossimo 8 aprile non riusciranno ad accaparrarsi uno dei 7.918 posti messi in palio dal MIUR per l'anno accademico 2014/2015 (in 69mila 603 si sono iscritti alle prove concorsuali) per coronare il loro sogno, aggirando il numero chiuso, avranno un'alternativa: attraversare i confini con la vicina Albania, sobbarcarsi i 10mila euro di iscrizione l’anno e i disagi anche economici degli studi all'estero. In realtà, questo succedeva già. Ma finora uno studente italiano iscritto a Tirana doveva ultimare gli studi in Albania. Una volta conseguita la laurea, grazie alla convenzione tra l'ateneo di Roma Tor Vergata e l'Università Cattolica di Tirana, il riconoscimento del titolo in Italia, al contrario di quanto accade per la laurea in Medicina ottenuta nelle altre università dei Paesi comunitari, è una pura formalità. Adesso, però, dopo la sentenza dei giudici amministrativi laziali basterà rimanere in Albania solo un anno: il tempo di sostenere qualche esame e di chiedere di tornare in Italia. I giudici del Tar laziale hanno in generale fissato un principio esplosivo per il sistema fondato sul numero chiuso: «L'ordinamento interno non prevede, almeno allo stato attuale, disposizioni tali da precludere agli studenti comunitari il trasferimento ad anni successivi al primo presso Atenei italiani, seppure a "numero chiuso" senza necessità di espletare un test preselettivo». Immediato è stato il ricorso al Consiglio di Stato, nelle cui mani è passata la patata bollente.
Il TAR Lombardia sede di Brescia apre un varco nel numero chiuso per gli studenti (italiani) iscritti a Università straniere che chiedano il trasferimento a sedi nazionali (ordinanza 20 marzo 2014 n. 1066). Un iscritto in un ateneo della Repubblica Slovacca aveva chiesto all’università di Brescia l'iscrizione attraverso trasferimento, con accesso a un anno successivo al primo di laurea in Medicina. Brescia opponeva che il ragazzo non aveva superato le prove d'accesso previste dalla legge 264/1999. Il provvedimento del TAR, pur non essendo definitivo (è un'ordinanza in via di urgenza, che sarà riesaminata a ottobre) ordina il riesame della vicenda secondo principi innovativi. Il giudice, infatti, parte dal presupposto che mancano disposizioni specifiche sul trasferimento. Richiama quindi norme del 1933 (articolo 147 Rd 1592) e del1934 (articolo 12 Rd 1269), che subordinano il trasferimento solo alla prova della conoscenza della lingua italiana e all'accertamento dell'effettivo valore degli studi già compiuti: in base a ciò si determina l'ulteriore svolgimento della carriera scolastica e l'anno di corso cui i richiedenti si possono iscrivere. La legge 264/1999 sul numero chiuso resta comunque applicabile, nella parte in cui stabilisce limiti: ad esempio, per alcuni corsi di laurea - fra cui Medicina - ci può essere una soglia di posti disponibili. Nel caso specifico, lo studente aveva chiesto il trasferimento per un posto vacante in anni successivi al primo, senza porre in discussone il "numero chiuso", e l'originalità della pronuncia del TAR Brescia sta nel ritenere non necessaria la prova di accesso (articolo 4 comma 1 legge 264/1999), in dissenso da quanto ritenuto dal Consiglio di Stato (10 aprile 2012 n. 2063) secondo il quale occorre il test d'ingresso anche per anni successivi al primo.
(Fonti: Corsera, IlSole24Ore 25-03-2014)