Home 2014 12 maggio RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE. VALUTAZIONE TASSE UNIVERSITARIE E BORSE DI STUDIO. UN CONFRONTO CON ALTRI PAESI EUROPEI
TASSE UNIVERSITARIE E BORSE DI STUDIO. UN CONFRONTO CON ALTRI PAESI EUROPEI PDF Stampa E-mail

Tra i Paesi dell’Europa a 19 per i quali i dati sono disponibili, solo l’Italia, l’Olanda, il Portogallo e l’Inghilterra hanno tasse annuali sopra i 1100 $ per studente a tempo pieno. L'Italia si colloca sesta come tasse universitarie, ma ultima come percentuale di studenti beneficiari di contributi per diritto allo studio. Il fondo integrativo statale per le borse di studio è passato da 246 a 76 milioni (-69%, un taglio enorme) equivalente al taglio di 45.000 borse su 150.000 erogate (che già coprivano solo l'82.5% degli aventi diritto). Dunque, mentre le rette in Italia sono paragonabili, se non addirittura più alte, a quelle d’altri paesi europei, gli studenti meno abbienti non ricevono un aiuto rilevante a causa delle carenze strutturali di una politica per il diritto allo studio che dovrebbe essere lo strumento per rendere il sistema socialmente più equo, come avviene in altri paesi europei.
Il sistema di sostegno agli studenti svolge – o dovrebbe svolgere – un ruolo fondamentale nella rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale garantendo pari opportunità a tutti gli studenti (anche se privi di mezzi) nel raggiungimento dei più alti gradi di istruzione. Purtroppo è una politica pressoché inesistente nel nostro Paese, riguarda il 10% della popolazione studentesca ma soltanto il 7% ne beneficia, di fatto – poiché essere idoneo alla borsa di studio in Italia non significa necessariamente diventare borsista (a causa di un meccanismo di finanziamento inadeguato e di risorse scarse). Il divario è eclatante rispetto ad altri paesi europei dove, come ben evidenzia la figura qui sotto, nonostante la crisi si è continuato a investire nel diritto allo studio anche in modo consistente. Un esempio su tutti è la Francia che con i suoi 629mila borsisti (+34% rispetto al 2006/07), un numero 4,5 volte superiore a quello dell’Italia, fornisce il sostegno a circa uno studente universitario su tre; a ciò affianca una ristorazione universitaria capillare (642 mense contro le 222 in Italia) a un costo contenuto (la tariffa è di 3,15 euro a pasto per tutti su tutto il territorio nazionale), e una consistente politica abitativa realizzata sia attraverso le residenze studentesche (accoglienti 170mila posti letto rispetto ai 40mila nel nostro Paese) sia attraverso l’erogazione di un contributo affitto (del quale sono beneficiari circa 700mila studenti).
La scarsa efficacia del diritto allo studio in Italia non dipende solo dalla sua limitata espansione ma dalla modalità in cui viene messo in pratica. I bandi del concorso sono pubblicati in tempi diversi, con scadenze diverse e soprattutto con condizioni diverse a seconda della sede universitaria scelta; tendenzialmente gli studenti sono informati a dicembre, quindi ad anno accademico inoltrato, se sono detentori di borsa di studio, e a gennaio, nell’ipotesi migliore riceveranno la prima rata (ma in alcune realtà i tempi di erogazione sono dilatati).
(Fonte FlcCgil 06-05-2014)




I beneficiari di borsa di studio in Italia, Spagna, Germania, Francia. Gli anni accademici 2006/07, 2010/11, 2011/12 e 2012/13 a confronto.