Home 2014 23 giugno RICERCA. RICERCATORI RENDERE PUBBLICI GLI ESITI INDIVIDUALI DELLA VQR?
RENDERE PUBBLICI GLI ESITI INDIVIDUALI DELLA VQR? PDF Stampa E-mail

Roars ha segnalato ai lettori il documento con cui il rettore dell’Università di Perugia chiede ai docenti del proprio ateneo di rendere pubblici gli esiti individuali della VQR.
Due commenti seguono.
1. Più che altro bisognerebbe cominciare a sottolineare che l’uso dei risultati individuali della VQR per scopi selettivi oltre che illegittimo è persino desueto: siamo nel 2014 inoltrato e la VQR si riferisce alla produzione scientifica fino al 2010. Nei quattro anni successivi uno nel frattempo potrebbe anche aver pubblicato saggi importantissimi, aver fatto scoperte decisive o aver vinto un nobel! (L. Roscioni).
2. Il vero problema è che Atenei medio-piccoli, gestiti in modo a dir poco “allegro” negli anni passati, faticano ad entrare nella logica dell’autovalutazione con criteri seri, se non altro per una questione di costi. I dati VQR individuali, così, diventano una sorta di bacchetta magica, perché hanno almeno un pregio agli occhi di chi, in quattro e quattr’otto, deve “inventarsi” una valutazione interna: esistono. La soluzione a tutto ciò ci sarebbe: basta che nella prossima tornata VQR, se (come nella precedente, del resto) a essere valutate saranno le strutture e non i singoli, i dati individuali non vengano resi noti in forma disaggregata a nessuno, né agli atenei né ai singoli ricercatori. Infatti, se da qualche parte i dati disaggregati a livello individuale esistono, sarà troppo forte, nonostante le rassicurazioni di ANVUR e MIUR, la tentazione di usarli, soprattutto in certi contesti; e questo non aiuta di certo la formazione di una vera cultura della valutazione a livello di singolo ateneo.
(F. Proietti) (Fonte: Roars 05-06-2014)