Home 2014 23 giugno UE. ESTERO LE UNIVERSITÀ DI TUTTO IL MONDO SI CONTENDONO 3,5 MILIONI DI STUDENTI STRANIERI
LE UNIVERSITÀ DI TUTTO IL MONDO SI CONTENDONO 3,5 MILIONI DI STUDENTI STRANIERI PDF Stampa E-mail

Gli studenti che vengono da fuori sono una miniera d’oro: capitale umano da coltivare per dare una spinta all’economia, testimonial dell’eccellenza dell’istruzione di un Paese. A contenderseli, le università di tutto il mondo. Ad accaparrarseli, finora, quattro player principali: USA, Regno Unito, Australia e Canada, dove si immatricolano più del 60% dei tre milioni e mezzo di studenti che, per completare la formazione, scelgono un Paese diverso dal proprio. Eccellenze didattiche, lingua d’insegnamento, qualità della vita: quali che siano le ragioni della scelta, l’Italia sembra esclusa dal banchetto della globalizzazione. Con uno smilzo drappello di 77mila studenti stranieri nelle aule, registra negli ultimi anni addirittura un calo nel numero di matricole con passaporto non italiano. Gli altri Paesi, invece, corrono: il Regno Unito (quasi 428mila stranieri) è cresciuto del 62% tra il 2002 e il 2010; l’Australia (257.637 studenti da fuori) del 42%. Francia e Germania veleggiano tra i 210 e i 270mila «ospiti».
Il Canada ha registrato, tra 2002 e 2009, un boom di immatricolazioni pari al 67%, passando da 52.650 nuovi studenti nel 2002, a 88mila nel 2009: vengono da Cina (18mila studenti all’anno), India (11.500), Corea (10.500), Arabia Saudita (quasi 7mila), Francia (5.650), Stati Uniti (4.600). Ma anche Messico (2.930), Germania 2.450) e Brasile (1.807).
Gli Stati Uniti continuano a essere la meta d’elezione - 740mila studenti nel 2012 - ma ora il Paese dell’acero vuole ridurre le distanze. E attraverso la «International Education Strategy» punta ad attrarre i cugini confinanti (con rette più basse di quelle delle università americane) e gli studenti dei mercati «più interessanti»: tali, secondo una commissione appositamente istituita, sono Brasile, Cina, India, Messico, Vietnam, Medio Oriente e Nord Africa.
(Fonte: A. De Gregorio, www.corriere.it/scuola/universita 04-06-2014)