Home 2014 23 giugno LIBRI SENZA SAPERE. IL COSTO DELL'IGNORANZA IN ITALIA
SENZA SAPERE. IL COSTO DELL'IGNORANZA IN ITALIA PDF Stampa E-mail

Autore. Giovanni Solimine. Collana Saggi Tascabil. Editori Laterza, maggio 2014.
Nel saggio sono affrontati i temi legati alla problematica della storica arretratezza culturale italiana, che si può far risalire alla nascita stessa dello stato unitario, nel lontano 1861. Da 153 anni l'Italia si colloca agli ultimi posti in Europa per il livello culturale dei suoi abitanti. Se nel primo censimento della popolazione il tasso di analfabetismo assoluto era del 74%, oggi, secondo i dati della ricerca OCSE - PIAAC del 2013, il 70% degli italiani è analfabeta funzionale. E se il fattore decisivo dell'arretramento economico e tecnologico dell'Italia, che è cominciato molto prima dell'attuale crisi, non fosse dovuto solo alla finanza allegra e ai banchieri gangster, ma dipendesse anche dal primato degli italiani nell'ignoranza? Solimine ricorda un ammonimento di Pasquale Villari del 1866: "Bisogna che l'Italia cominci a persuadersi che v'è nel seno della Nazione un nemico più potente dell'Austria, ed è la nostra colossale ignoranza", ebbene, con cognizioni di causa possiamo dire che gli italiani non si sono ancora persuasi di ciò". Partendo da tali dati Solimine compie una doppia ricognizione, da una parte individua quali siano i motivi che spiegano tale disastrosa situazione e quali le conseguenze che, nella società della conoscenza e del lifelong learning, il nostro paese paghi per il suo ritardo; dall'altra cerca di affrontare il problema di cosa sia oggi la conoscenza, di quali siano i mutamenti che la rivoluzione digitale ha comportato in tale ambito, di come si configurino oggi la comunicazione, il saper leggere e scrivere, le competenze digitali. Il testo utilizza un linguaggio e una chiarezza espositiva che consentono all'autore di esaminare problematiche complesse in modo comprensibile, semplice ma senza alcuna banalizzazione del contenuto. Si tratta di un ottimo testo per cominciare a riflettere sulla politica educativa del nostro paese e sulle nuove esigenze che gli attuali sviluppi delle tecnologie e dei linguaggi pongono alla formazione.
(Fonte: http://gianfrancomarini.blogspot.it maggio 2014)