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RIFORMA UNIVERSITARIA. LA RIORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA NEI GRANDI E NEI PICCOLI ATENEI PDF Stampa E-mail

La riorganizzazione amministrativa è uno degli aspetti meno dibattuti, ma più importanti, nel determinare le conseguenze dell’attuazione della legge 240 negli atenei. L’effettivo rafforzamento del vertice di ateneo è strettamente legato, oltre che alla ridefinizione degli organi centrali, alla reale capacità di governo dei processi amministrativi e di controllo del personale amministrativo dislocato nelle unità organizzative locali (dipartimenti e strutture di raccordo). E la costituzione dei dipartimenti ha rappresentato un’occasione importante per rivedere entrambi. Con la riforma si riscontra, com’era possibile aspettarsi, una netta diminuzione del personale assegnato alle strutture di raccordo, che scende dall’11,4 per cento (assegnato alle facoltà) al 2,6 per cento, con un rafforzamento del personale assegnato ai dipartimenti, che passa dal 32,5 per cento pre-riforma al 37,9 per cento dopo la riforma, e in misura più contenuta del personale assegnato all’amministrazione centrale, che passa dal 56,1 al 59,5 per cento.
Si conferma e rafforza la tendenza per cui negli atenei più piccoli il personale è prevalentemente assegnato all’amministrazione centrale, mentre nelle università di maggiore dimensione il personale è prevalentemente inquadrato nei dipartimenti.
Dopo la riforma, tuttavia, l’analisi della distribuzione del personale amministrativo richiede di tenere in considerazione la presenza di tre differenti tipi di atenei: quelli che hanno istituito strutture di raccordo obbligatorie, quelli che hanno strutture di raccordo, ma non hanno vincolato i dipartimenti ad afferirvi e infine le università che non hanno istituito alcuna struttura di raccordo. Nei tredici atenei che hanno strutture di raccordo obbligatorie, l’8,2 per cento del Pta opera presso le strutture di raccordo stesse, il 45,7 per cento presso i dipartimenti e il rimanente 46 per cento presso l’amministrazione centrale. Anche in questi atenei pertanto il Pta assegnato alle strutture di raccordo è inferiore al dato medio riferito alle vecchie facoltà (pari, considerando tutti gli atenei statali, all’11,4 per cento).
Nei ventitré atenei che prevedono strutture di raccordo, ma senza l’obbligo dei dipartimenti di afferirvi, solo il 2,9 per cento del Pta è assegnato alle strutture di raccordo, il 46,6 per cento ai dipartimenti e il 50,5 per cento all’amministrazione centrale.
Infine, nei ventotto atenei che non si sono dotati di strutture di raccordo, il 27,5 per cento del Pta opera presso i dipartimenti, mentre il 72,5 per cento presso l’amministrazione centrale.
L’analisi sulla distribuzione del personale tecnico amministrativo consente di affermare perciò che la riforma non ne ha modificato la distribuzione tra dipartimenti e amministrazione centrale, che risulta tuttora prevalentemente legata alle dimensioni dell’ateneo.
(Fonte: M. Turri, lavoce.info 23-06-2014)