Home 2014 15 settenbre RIFORMA UNIVERSITARIA RIFORMA UNIVERSITARIA. EFFETTI DELL’ABOLIZIONE DELLE FACOLTÀ
RIFORMA UNIVERSITARIA. EFFETTI DELL’ABOLIZIONE DELLE FACOLTÀ PDF Stampa E-mail

I nuovi dipartimenti sono più numerosi delle vecchie facoltà, e nei grandi e mega atenei (ventotto sui sessantasei atenei statali) il rettore deve ora negoziare con un numero di capi-struttura che è circa il doppio rispetto a prima della riforma. Ma soprattutto, questi interlocutori hanno uno status molto diseguale fra loro, perché solo alcuni dei direttori sono presenti nell’organo che rappresenta la comunità universitaria (il senato accademico), a causa del tetto numerico e delle modalità di composizione di quest’organo previste dalla legge.
Per ovviare a questa disparità nella capacità di rappresentanza e di interlocuzione, molti grandi e mega atenei hanno istituito un organismo che non è previsto dalla legge: l’assemblea dei direttori di dipartimento. In questo modo, però, anziché semplificare, hanno ulteriormente complicato la governance dell’ateneo aggiungendo un organo a quelli previsti, con il rischio che si sovrapponga alle competenze che la legge assegna al senato accademico e al consiglio di amministrazione, e quindi si creino tensioni interne.
(Fonte: M. Regini, http://www.lavoce.info 23-06-2014)