Home 2014 15 settenbre VARIE STUDI UMANISTICI. QUALE FUTURO
STUDI UMANISTICI. QUALE FUTURO PDF Stampa E-mail

Quali sono le possibili soluzioni per un salvataggio degli studi umanistici? Gli interventi sull'argomento sembrano mostrare due vie di salvezza: la prima prevede la metamorfosi dei professori di letteratura, arte, filosofia, storia in practitioners e public intellectuals, cioè intellettuali la cui conoscenza e le cui riflessioni siano messe al servizio diretto non solo di studenti e colleghi ma anche e soprattutto della gente comune, con pubblicazioni accessibili, programmi radiofonici e televisivi, blog. Esempi di cui molti si avvalgono includono invariabilmente la filosofia "per tutti" del furbissimo Alain de Botton e orrori come le possibili connessioni fra la società del Decameron e il reality Jersey Shore. Il pericolo è che poi ci si muova solo in quella direzione a scapito di altri modi, più tradizionali ma ancora efficaci, di fare ricerca.
Una seconda via, più plausibile, a mio avviso, è quella delle Digital Humanities, che presenta un vantaggio da non sottovalutare, quello del ritorno alla lettura e all'analisi dei testi letterari (negli Stati Uniti negli ultimi trent'anni la teoria ha quasi eliminato lo studio del testo), fatte con mezzi e obiettivi diversi. Non solo, ma con progetti di catalogazione e analisi digitale di autori e testi si può aprire la via a nuovi tipi di collaborazioni originali e interdisciplinari che potrebbero dare agli studi umanistici la scossa di cui hanno bisogno per risollevarsi e per rimettersi in gioco.
(Fonte: O. Frau, www.huffingtonpost.it 19-08-2014)