Home 2014 20 ottobre IN EVIDENZA FINANZIAMENTI E RECLUTAMENTO. NOVITÀ PER IL 2015
FINANZIAMENTI E RECLUTAMENTO. NOVITÀ PER IL 2015 PDF Stampa E-mail

Per il fondo di finanziamento ordinario 2015 un'aggiunta di 150 milioni di euro sarà destinata alla quota «premiale», quella cioè distribuita in base alle performance ottenute da ogni ateneo nella ricerca e nella didattica: una quota che già quest'anno supera 1,2 miliardi contro gli 800 milioni dell'anno scorso. In cambio, però, le università devono garantire risparmi per 32 milioni alla voce «acquisti» di beni e servizi (42 milioni sono chiesti agli enti di ricerca, a partire dal Cnr). Viste le premesse, la bozza di legge di stabilità per il 2015 si rivela tutto sommato meno peggio del previsto per i rettori italiani, almeno dal punto di vista delle risorse complessive. In bilico per le università c’è inoltre una serie di norme che dovrebbero riaprire un po' di spazio per le assunzioni di ricercatori e docenti quasi bloccate negli ultimi anni da paletti molto stringenti sul turn over. Se le novità a cui ha lavorato il ministero dell'Istruzione saranno confermate nel testo definitivo della legge di stabilità, ci sarà innanzitutto la possibilità di reclutare liberamente ricercatori a tempo determinato (con contratti di durata triennale. Ancora in bilico le norme preparate dal ministero per ampliare gli spazi delle assunzioni nelle sedi «virtuose» prorogabili per due anni) per tutti quegli atenei «virtuosi» che hanno le risorse per assumere e i conti a posto, a cominciare dal fatto che non superano la soglia dell'80% di costi complessivi destinati a pagare gli stipendi del personale. Prevista anche la modifica dell'attuale vincolo che prevede l'assunzione di un ricercatore a tempo determinato di tipologia h) (con contratti triennali non rinnovabili) per ogni assunzione di docente ordinario. Infine si dovrebbero estendere anche alle università le norme della recente riforma della PA che prevedono dal 2014 il cumulo delle risorse destinate alle assunzioni per un arco temporale di tre anni. Norma che dovrebbe consentire agli atenei di utilizzare i «punti organico» accumulati a tre anni dalla loro assegnazione.
(Fonte: Mar. B., G. Tr., IlSole24Ore 17-10-2014)