CLASSIFICAZIONI DEGLI ATENEI. AFFINCHÉ L'ANALISI COMPARATIVA ABBIA SENSO DEVE AVVENIRE TRA SITUAZIONI COMPARABILI |
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I ranking sono il risultato di parametrazioni che coprono cose estremamente diverse, "medie improprie". Questo vale anche per le componenti "reputazionali". Non esiste una "università tipo". Se l'università ha una caratteristica - che è nel nome - è proprio la diversità. La diversità è il paradigma del mondo universitario, sia che si guardi alla ricerca sia che si guardi all'insegnamento. Abbiamo università con 80mila studenti e altre con 800. Abbiamo università con la facoltà di medicina e altre senza; università con le ingegnerie e poi abbiamo i politecnici. All'interno di queste diversità, coesistono corsi di base con centinaia di studenti e corsi specialistici con poche unità, convivono ricerche che richiedono gruppi numerosi e numerosi milioni di euro e ricerche che richiedono principalmente il tempo per farle. C'è chi insegna fermandosi davanti al letto di un paziente e chi per insegnare deve portare gli studenti in uno scavo archeologico o sulla bocca di un vulcano. E tutto questo è diversamente mescolato da università a università. I ranking delle università comprimono la diversità in una tabella di excel. Perché l'analisi comparativa abbia senso occorre che avvenga tra situazioni comparabili. E sicuramente il nostro sistema universitario non è facilmente comparabile con altri. Forse gli unici veri utenti dei "ranking" dovrebbero essere il Parlamento e il Governo. Lì ci si dovrebbe chiedere come mai le università "migliori" (notate l'uso delle virgolette) si trovano in Paesi dove i sistemi universitari funzionano in altro modo, con meno lacci e lacciuoli, e tante risorse in più, con meccanismi di selezione del personale meno cervellotici, con rapporti tra studenti e percorsi formativi di altro genere eccetera, con ben altri livelli di mobilità interuniversitaria e università-imprese. Questa sarebbe materia della quale discutere a livello politico e di Conferenza dei rettori. Potrebbe/dovrebbe portare ad atti conseguenti interessanti. Se non ammoderniamo il nostro sistema formativo, il resto serve a poco. (Fonte: D. Braga, IlSole24Ore 22-09-2014)
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