Home 2014 20 ottobre STUDENTI STUDENTI. ATTACCO AL NUMERO CHIUSO. VINCE IL SOPRANNUMERO GIUDIZIARIO
STUDENTI. ATTACCO AL NUMERO CHIUSO. VINCE IL SOPRANNUMERO GIUDIZIARIO PDF Stampa E-mail

Ad annunciare che il tribunale amministrativo ha riammesso un altro nutrito gruppo di ricorrenti (2.500) è stata l’Unione degli universitari (UDU), che ha patrocinato numerose delle azioni legali contro il test di Medicina 2014 andate a buon fine. Con le duemila riammissioni — sempre del Tar — di luglio e le altre 500 di queste settimane in Sicilia, le facoltà dovranno trovare posto per altri cinquemila studenti. Tradotto: il 47,4 per cento in più di quanto previsto quest’anno tra Medicina e Odontoiatria (10.551). Un aumento che, già da ora, fa saltare la programmazione di decine di rettori. La notizia arriva alla fine di una settimana nella quale già si era tornati a parlare di test di ammissione per i futuri camici bianchi. Prima con un articolo pubblicato su Lavoce.info che metteva in guardia contro i possibili rischi legati all’abolizione della prova di selezione prospettata fin dall’estate dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Poi per via della proroga da parte del MIUR della vigenza della graduatoria nazionale, a causa degli intoppi negli scorrimenti. Il quadro della situazione, a dir poco caotico anche senza considerare la decisione del TAR di riammettere un numero così alto di esclusi, diventa ancora più intricato se si tiene conto che dell’abolizione del test di Medicina – dopo l’incontro tra il ministro e i rettori – non si è saputo più nulla di ufficiale. Nei fatti, però, il numero chiuso è già cancellato dalle sentenze del tribunale amministrativo, visto che per l’anno accademico 2014-2015 il numero di posti è stato aumentato del 50 per cento e che, in generale, chiunque tra i non ammessi abbia i soldi per intraprendere un’azione legale ha ottime probabilità di riuscire comunque a immatricolarsi. Il ministero dovrebbe, quindi, prendere in mano la situazione e intervenire con urgenza, soprattutto perché la primavera non è poi così lontana e ancora nulla si sa del sistema che determinerà l’accesso a Medicina per il prossimo anno. Per il momento, però, a viale Trastevere tutto tace. E così ora da Milano a Bari, passando per Bologna, Roma e Napoli, nei prossimi giorni centinaia di aspiranti medici si presenteranno nelle segreterie per l’immatricolazione. Ma poi dove frequenteranno le lezioni? Le aule sono organizzate sulla base dei numeri programmati. Non parliamo dei laboratori.
(Fonti:
universita.it, Corsera, Les Echos ottobre 2014).

La serietà degli studi in un settore delicato come la salute non può essere condizionata da un tribunale amministrativo. Con buona pace della demagogia e del populismo di cui certa stampa è piena senza calcolare i danni che provoca inneggiando alla “vittoria” dei ricorrenti contro il numero chiuso e alla faccia della Comunità europea che lo ha sempre raccomandato agli Stati membri. Quanto ai test universitari di Medicina, il ministro Giannini afferma di non aver «mai messo in discussione l’accesso programmato»: «metto in discussione la qualità di questa selezione; per me il modello da seguire è quello francese, che prevede la selezione alla fine del primo anno. Oppure anche prima, unificando anche le discipline annuali al primo semestre». Forse non è stata informata che in Francia il “modello francese” non lo vogliono più sia il ministro sia la conferenza dei presidenti delle università (CPU). Data la loro esperienza pluriennale del “modello” avranno buone ragioni.