Home 2014 20 ottobre VARIE RAPPORTO OCSE. PER L’ITALIA PIÙ ASPETTI NEGATIVI CHE POSITIVI
RAPPORTO OCSE. PER L’ITALIA PIÙ ASPETTI NEGATIVI CHE POSITIVI PDF Stampa E-mail

L’Italia migliora ma rimane in coda tra i 34 Paesi della ricerca. Calano docenti e spesa pubblica, crescono diplomati e laureati. "Se non serve a trovare lavoro, non studio": questo deve essere il pensiero costante, negli ultimi anni, di studenti e famiglie italiane. Un numero "allarmante" di giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti «Neet»). Nel 2012, in Italia, quasi un giovane su tre (31,5%) dai 20 ai 24 anni non lavorava e non era iscritto a nessun corso di studi, con un aumento di ben 10 punti rispetto al 2008. In confronto, nel 2012 nei Paesi Bassi solo il 7% dei giovani 20-24enni non studiava e non lavorava e in Austria e Germania solo l'11%. Nello stesso anno, in Italia circa 1 su 7 (14%) tra i 17enni aveva già abbandonato la scuola (la media Ocse per il 2012 è del 10%). Una scuola in cui gli insegnanti sono pagati sempre meno ma devono insegnare a un numero sempre maggiore di studenti. Oggi si è arrivati a un rapporto di un insegnante ogni 12 studenti, rispetto a una media Ocse di 15 studenti nella scuola primaria e 13 nella secondaria. È il risultato del calo di ore di lezione degli studenti e del blocco del turn-over, infatti, il 62% degli insegnanti delle scuole secondarie ha più di 50 anni. E, quindi, «la qualità dell’istruzione - spiega Francesco Avvisati, ricercatore Ocse autore della nota sull’Italia - non dipende dal numero degli insegnanti ma dalla loro preparazione».
L’istruzione vede calare gli investimenti anno dopo anno, unica nel mondo Ocse. Sono alcuni dei dati che raccontano bene le difficoltà della scuola italiana, contenuti nel rapporto «Uno sguardo sull’Istruzione 2014: indicatori Ocse», presentato ieri. Ma ci sono anche aspetti positivi. Negli ultimi 15 anni è aumentato il numero di diplomati e laureati, in particolare tra le donne, anche se è ancora inferiore alla maggior parte degli altri Paesi Ocse (l’organizzazione raccoglie 34 nazioni sviluppate con un sistema di governo democratico e un’economia di mercato). Le donne sono sempre più presenti in professioni un tempo considerate maschili come l’ingegneria. Il bilancio potrebbe essere positivo, la qualità dell’istruzione migliora. Resta il drammatico dato del calo della spesa pubblica in questo settore, e l’Italia è l’unico Paese Ocse dove accade. Si investe appena il 9% rispetto al 13% dei Paesi Ocse e al 12% dei 21 Paesi Ue. Tra il 1995 e il 2011 la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%.
(Fonti: ANSA, La Stampa, IlSole24Ore 10-09-2014)