Home 2014 18 novembre DOTTORATO IV INDAGINE SUL DOTTORATO E SUL POST DOC IN ITALIA A CURA DELL’ADI, L'ASSOCIAZIONE DEI DOTTORANDI E DEI DOTTORI DI RICERCA ITALIANI
IV INDAGINE SUL DOTTORATO E SUL POST DOC IN ITALIA A CURA DELL’ADI, L'ASSOCIAZIONE DEI DOTTORANDI E DEI DOTTORI DI RICERCA ITALIANI PDF Stampa E-mail

L’indagine restituisce un quadro a tinte fosche del sistema universitario italiano e delle prospettive occupazionali dei ricercatori alla luce della “cura Gelmini”, del decreto ministeriale 45 del 2013 e delle linee guida per l'accreditamento dei corsi di dottorato dell'Anvur. I dati sono così riassumibili: nell'ultimo anno molte università hanno aumentato il livello di tassazione per gli iscritti ai corsi di dottorato; il sistema di reclutamento è sostanzialmente bloccato ed i livelli di remunerazione e di riconoscimento delle tutele sono nettamente inferiori rispetto ai migliori standard europei. Tali criticità sono aggravate da politiche di bilancio che hanno visto una drastica riduzione delle risorse destinate alla ricerca. Nel dettaglio, dal 2008 in poi gli atenei dello Stivale versano in una condizione di sotto finanziamento che acuisce le forme di precariato tra i ricercatori: basti pensare che nel 2013 la metà di loro non era inquadrabile in una figura professionale strutturata. Ed ancora: si registrano una contrazione dei posti messi a bando pari al 19 per cento e una riduzione delle borse di studio del 16 per cento, non compensate peraltro da forme di finanziamento privato.
I dati smentiscono seccamente la retorica secondo cui i dottori ed aspiranti tali sarebbero addirittura troppi: “Al contrario, sono troppo pochi – replica la senatrice accademica Ilaria Colazzo – e non va trascurata la situazione dei dottorandi senza borsa: intendiamo chiedere alla Regione Puglia, infatti, di destinare una borsa regionale a totale copertura di queste figure che, evidentemente, non funzionano. Quest’invenzione, fallimentare, si è dimostrata solo un escamotage per sfruttare gli studenti”. L’indagine non ha dimenticato di sottolineare anche le vistose asimmetrie tra il Nord ed il Sud del Paese, dovute a forme di finanziamento ben diverse, dimostrando come tre Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Campania) da sole detengano la metà dei posti italiani messi a bando.
(Fonte: M. Schirinzi, www.lecceprima.it 04-11-2014)