Home 2014 18 novembre FINANZIAMENTI COME CAMBIA IL SISTEMA DI ASSEGNAZIONE DEI FONDI ALLE UNIVERSITÀ
COME CAMBIA IL SISTEMA DI ASSEGNAZIONE DEI FONDI ALLE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Da quest’anno i fondi assegnati in base al merito peseranno di più: la quota premiale sale infatti dal 13,5 al 18 per cento. È questa la novità principale del decreto di ripartizione del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO), firmato dal ministro Giannini e inviato al vaglio della Corte dei conti, che introduce per la prima volta anche i cosiddetti «costi standard», un nuovo parametro legato a un complesso sistema di calcolo che dovrebbe servire ad archiviare definitivamente le storture legate alla distribuzione dei fondi su base storica.
In linea con gli anni scorsi, il Fondo di finanziamento ordinario ammonta, per il 2014, a poco più di 7 miliardi di euro. Ma la quota premiale quest’anno pesa sensibilmente di più (1,2 miliardi) e sarà calcolata tenendo in considerazione anche l’esposizione internazionale, con particolare attenzione alla partecipazione al programma Erasmus. Anche se il parametro principale resta quello legato alla valutazione della ricerca (che pesa per il 70%) ovvero alla «classifica» delle università licenziata non senza strascichi polemici a luglio 2013 dall’Anvur, l’ente di valutazione del sistema universitario.
Ma la vera novità riguarda il «costo standard» di formazione per studente in corso, pari a un miliardo per il 2014 (ovvero al 20 per cento della quota base, ma destinato a crescere nei prossimi anni, fino a coprire il 100 per cento nel 2018). Un sistema inedito che punta ad agganciare lo stanziamento delle risorse alla qualità dei servizi offerti agli studenti in modo da evitare, come invece è successo l’anno scorso, che la Bicocca di Milano (capolista nella classifica Anvur insieme al Bo di Padova) prenda meno soldi di quella di Messina che stava in fondo. Il costo standard viene calcolato attraverso una formula che mette in relazione i costi che gli atenei sostengono per i diversi corsi di studio (costi dei docenti, degli amministrativi e tecnici, di funzionamento) alla popolazione studentesca in corso, e solo in corso. Il Miur fa sapere che per evitare sperequazioni è previsto un correttivo territoriale basato proprio sul contesto economico e sottolinea che la «clausola di salvaguardia» che stabilisce un tetto massimo di riduzione dei fondi è stata abbassata passando dal 5 al 3,5 per cento del 2013, «ma nessuno scenderà sotto il 2,7 per cento».
(Fonte: O. Riva,
www.corriere.it/scuola/universita 31-10-2014)