OCCUPAZIONE DEI LAUREATI PDF Stampa E-mail

Quando si parla di lavoro non tutte le lauree sono uguali. Esistono discipline che portano (molto) più facilmente a un impiego e altre meno, campi in cui il reddito è maggiore e altri ancora dove ci si deve arrangiare con quanto si trova. Qual è la situazione italiana? Il consorzio Alma Laurea ha raccolto proprio questi dati intervistando ex studenti di diverse facoltà italiane. Ecco cosa dicono tre anni dopo aver conseguito il titolo. L’occupazione, intanto: quanti sono quelli che lavorano? Nel 2013 a cavarsela meglio sono soprattutto medici e ingegneri, insieme ai laureati del settore scientifico. Subito dopo viene chi si occupa di insegnamento, che tra l’altro è l’unico campo di studio in cui l’occupazione dei neo-laureati è in crescita negli ultimi anni. Sono invece messe male le facoltà più “classiche”: fra i laureati in giurisprudenza lavora poco più di uno su due – di gran lunga l’ambito peggiore. Restano in fondo alla classifica, anche se le cose vanno già meglio, gli ambiti letterari e psicologia, insieme al settore politico-sociale (che comprende appunto anche scienze politiche). Negli ultimi quattro anni, comunque, la situazione è peggiorata praticamente per tutti. Ma in particolare l’occupazione diminuisce per i laureati in discipline economico-statistiche (-7,4 punti percentuale dal 2010), politico-sociali (-7,8) e letterarie (-8,6).