Home 2014 18 novembre RECLUTAMENTO LA DIFFICOLTÀ DI PROMUOVERE UN ESTERNO COME ASSOCIATO
LA DIFFICOLTÀ DI PROMUOVERE UN ESTERNO COME ASSOCIATO PDF Stampa E-mail

Far diventare un ricercatore professore associato “costa” 0,2 punti organico, assumere un associato di un altro ateneo o esterno ne costa 0,7. Facciamo un esempio: Un dipartimento di Milano ha 1,6 punti organico da spendere e 10 ricercatori abilitati. Un dipartimento di Roma ha 0,8 punti organico e 5 ricercatori abilitati. Se a Milano riescono ad assumere solo ricercatori dell'Università di Milano possono assumere 8 dei 10 ricercatori abilitati. La stessa cosa possono fare a Roma promuovendo 4 ricercatori locali a patto di riuscire a non assumere nessun esterno. Ma se per caso il miglior ricercatore abilitato di Milano vince un concorso a Roma il sistema va in tilt. A Roma i punti organico sono terminati e nessun abilitato romano potrà ambire alla promozione. In pratica Roma e Milano perdono 3 posti di associato per ogni esterno che vince. Non importa se sia un ricercatore di altra università (e quindi il saldo per il ministero sarebbe invariato!) o un precario o un cervello in fuga che vuole ritornare, l'importante è che non vinca. La perversione insita nel sistema è ovvia. La partita dei dipartimenti di Roma e Milano potrebbe finire con 3 vincitori di concorso (tutti esterni) o 12 vincitori (tutti interni)! Mettetevi al posto di un direttore di dipartimento, cosa cerchereste di ottenere? Possibile che non si possa immaginare un meccanismo di trasferimento delle risorse da un ateneo all’altro così che almeno per chi è già nell’accademia italiana assumere un esterno non rappresenti una iattura?
(Fonte: P. Brunori, http://tinyurl.com/l3s8crn 03-11-2014)