Home 2014 18 novembre RICERCA. RICERCATORI RICERCATORI. CON IL SISTEMA DEI PUNTI ORGANICO NON CONVIENE ASSUMERE CHI HA VINTO FINANZIAMENTI ESTERNI PER PROGETTI COMPETITIVI
RICERCATORI. CON IL SISTEMA DEI PUNTI ORGANICO NON CONVIENE ASSUMERE CHI HA VINTO FINANZIAMENTI ESTERNI PER PROGETTI COMPETITIVI PDF Stampa E-mail

La riforma Gelmini ha cancellato la figura del Ricercatore a tempo indeterminato, rendendo quello del Ricercatore un ruolo ancora strutturato all’interno dell’Università ma a tempo determinato. Tale figura precaria prevedeva però uno scivolo verso il ruolo di Professore associato per coloro i quali fossero riusciti a conseguire l’abilitazione scientifica nazionale a Professore di seconda fascia. Ma ecco che emerge il quesito cruciale: conseguire l’abilitazione è una condizione sufficiente o solamente necessaria per raggiungere il sospirato ruolo di Professore associato? Ed ecco la trovata: vengono predisposte due diverse figure di ricercatore a tempo determinato: uno di tipo A e uno di tipo B. Cosa cambia, solo una lettera? Tutt’altro. È solo il ricercatore di tipo B a vedere l’eventuale conseguimento dell’abilitazione come una condizione sufficiente per l’accesso al ruolo. Per il ricercatore di tipo A, invece, alla sua condizione già precaria, viene anche negata una prospettiva sicura in caso di conseguita abilitazione; questa infatti non costituisce un criterio sufficiente per l’accesso al ruolo e potrebbe finire per diventare solamente una riga prestigiosa da aggiungere al curriculum vitae. È finita qui? Affatto. Infatti, in base all’attuale sistema dei punti organico, di cui lo stesso C.U.N. nell’ultimo documento sul reclutamento auspica l’immediata soppressione, il costo che deve fronteggiare un Dipartimento per l’assunzione di un Professore associato corrisponde alla differenza tra 0.7 punti organico (il costo intero di un Professore associato) e il costo con cui il neo assunto già gravava sul bilancio del Dipartimento prima del passaggio di ruolo. Ciò implica che un ricercatore già finanziato dal Dipartimento (il cui costo è di 0.5 punti organico) necessita di soli 0.2 punti per il passaggio a Professore associato. Ma il costo per il passaggio di un Ricercatore finanziato su fondi esterni è invece pari a 0.7 punti organico, che è esattamente il costo della chiamata di un Professore associato esterno all’Università. Insomma, per l’assunzione di un ricercatore che sia stato capace di procacciarsi i fondi per la propria attività sulla base di progetti di ricerca finanziati da bandi esterni all’Università, il Dipartimento deve pagare più del triplo rispetto a un ricercatore già precedentemente finanziato dal Dipartimento stesso. Appare evidente come il sistema di reclutamento che deriva dal farraginoso meccanismo dei punti organico esponga al rischio, concreto, di causare un’ingente perdita di personale qualificato a ciascun Dipartimento e di vanificare l’abilitazione scientifica nazionale di molti Ricercatori che hanno avuto la “colpa” di reperire autonomamente i fondi per la propria attività di ricerca.
(Fonte: R. Giuntini, Corsera Scuola 19-10-2014)