Home 2014 18 novembre ATENEI. IT UNIBO. IL RETTORE PARLA DI LIVELLO MINISTERIALE «SOFFOCANTE», DI VINCOLI DI SPESA, BILANCIO UNICO, REQUISITI ANVUR RIGIDI E ASTRATTI, E DELLA QUOTIDIANA RESA DI FRONTE AI TAR
UNIBO. IL RETTORE PARLA DI LIVELLO MINISTERIALE «SOFFOCANTE», DI VINCOLI DI SPESA, BILANCIO UNICO, REQUISITI ANVUR RIGIDI E ASTRATTI, E DELLA QUOTIDIANA RESA DI FRONTE AI TAR PDF Stampa E-mail

«Fare di più e fare meglio si può e si deve». Lo dice due volte il rettore Ivano Dionigi nel suo discorso, davanti ai 33 nuovi professori emeriti dell'Alma Mater. Una sorta di discorso di fine mandato per il Magnifico che inizia il suo ultimo anno al vertice dell'Alma Mater. Davanti ha l'accademia. L'aula magna di Santa Lucia è piena di docenti per una cerimonia molto sentita, non solo simbolica. Dionigi attacca dicendo di capire sempre meno questo Paese in cui «un calciatore o un allenatore vale dieci, cento, mille volte di più di un nostro ricercatore»; un Paese «che ha deciso di creare la virtù per decreto e di affidarsi in tutto e per tutto a leggi e circolari, e soprattutto a vincoli e a burocrazia, il tutto perché non ha fiducia nel cittadino». Parla del livello ministeriale «soffocante», di vincoli di spesa, bilancio unico, requisiti Anvur rigidi e astratti,«senza dire della quotidiana resa di fronte ai Tar: penso solo alla riammissione a Medicina di centinaia di ricorrenti che ci crea problemi immani». «Ma è tutta colpa del ministero e dei ministeri? - si chiede Dionigi -. L'Ateneo non ci mette del suo a complicare, appesantire, irrigidire?» E inizia così un'analisi del processo di riordino delle strutture in cui «alcune responsabilità non sono ben definite, la macchina è faticosa e alcuni regolamenti non aiutano, rallentano le procedure e duplicano i processi». «Per questo - scandisce - conosco bene, e non mi sorprendono, la critica e il grido di insofferenza in proposito». Dionigi spiega che di fronte a tanta complessità «ho ritenuto opportuno spingere sull'acceleratore dell'accentramento e della regolamentazione. Altrimenti, avremmo corso il serio rischio di non decollare, di non approdare». Questo ha consentito di mettere in sicurezza 209 corsi di laurea, invertendo il rapporto numerico a favore delle magistrali, e di portare in porto centinaia di concorsi. «Ora - spiega - dopo una sperimentazione e verifica triennale, ritengo che siamo nelle condizioni favorevoli e agevoli per correggere e migliorare il compito svolto: chi vi parla aveva l'onere della pagina bianca». Fare di più e meglio «si può e si deve», incalza Dionigi. «Senza dimenticare mai la nostra priorità - precisa -, vale a dire gli studenti, e non lasciando per strada nessun docente, di qualunque fascia, e nessuna disciplina, sia essa scientifica, tecnologica, medica, umanistica o sociale. L'Alma Mater non è la Normale né un Politecnico: è uno Studium generale, dove tutti hanno pari dignità scientifica e culturale. Qui siamo tutti chiamati alla massima responsabilità e generosità e, aggiungerei, a metterci anche la faccia».
(Fonte: M. Amaduzzi, Corriere di Bologna 29-10-2014)