Home 2014 18 novembre LIBRI. DOSSIER RIACCENDERE I MOTORI – INNOVAZIONE, MERITO ORDINARIO, RINASCITA ITALIANA
RIACCENDERE I MOTORI – INNOVAZIONE, MERITO ORDINARIO, RINASCITA ITALIANA PDF Stampa E-mail

Autore: Gianfelice Rocca. Ed. Marsilio, Venezia 2014, pp. 146.
L'Italia possiede una straordinaria capacità di innovazione, un incredibile capitale di creatività e di esperienza, che risiede in un comparto importante della nostra economia: le imprese medium tech. Tipiche del manifatturiero tedesco così come di quello italiano, sono le fabbriche di un'innovazione incrementale, non distruttiva, ma costruita, mattone dopo mattone, sulle esperienze del passato, valorizzando quello che Gianfelice Rocca chiama "merito ordinario". Una forte presenza medium tech ha conseguenze di ampia portata, per tutta la società. Non ultima, consente di mantenere in piena attività l'ascensore sociale. Frutto dell'esperienza di lungo corso a capo di un grande gruppo in ambito internazionale, il libro segna una presa di posizione decisa nel dibattito sulla crescita e sul ruolo dell'industria. È la testimonianza della passione per la lettura dei macro-fenomeni che hanno mutato il volto del globo e alla luce dei quali anche le politiche pubbliche dovrebbero essere ricalibrate. Lasciando da parte quelle interpretazioni eccessivamente sbrigative che oggi fanno la parte del leone nel dibattito economico, Rocca descrive dinamiche e fatti, fornisce argomenti e idee e dimostra che la globalizzazione non ci obbliga necessariamente a un destino da comprimari. Ma dovremo essere capaci di partire dai nostri punti di forza, da politiche che possano valorizzarli, da un cambiamento culturale che esalti ciò che funziona nel nostro Paese e sappia farne un esempio per tutti. Talvolta, però, alcuni discorsi sembrano un po’ approssimativi. Ad esempio, l’insistenza nel ritenere il medium tech (il settore manifatturiero) – sicuramente molto importante – il settore su cui puntare per risollevare le sorti italiane, ci sembra venata qua e là da una fiducia forse eccessiva. I discorsi sulla mobilità dei ricercatori, sul merito e sulla valorizzazione tanto dei giovani quanto dei silver workers contengono elementi di verità, ma sono portati avanti in modo un po’ superficiale: il tono generale è più da intrattenimento televisivo che non da tesi accuratamente documentate (anche se numerosi grafici corredano gli argomenti esposti). Siamo sicuri che la scarsa attrattività dei nostri atenei si risolva approntando corsi in inglese (spesso tenuti da docenti con una preparazione linguistica imbarazzante)? Problemi che pesano molto sulle nostre università – autonomia, allocazione delle risorse, politiche di reclutamento, rapporti con le imprese, solo per citarne alcuni – riteniamo avrebbero richiesto una trattazione più accurata.
(Fonte: presentazione dell’editore e recensione di L. Sabatini su rivistauniversitas, ottobre 2014)