Home 2015 20 gennaio UE. ESTERO GERMANIA. IL FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICHE
GERMANIA. IL FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICHE PDF Stampa E-mail

Fino alla riforma del federalismo approvata nel 2006, in Germania, era in vigore una legge che fissava alcuni criteri comuni agli atenei tra cui il divieto di riscuotere tasse per i corsi universitari di primo livello. Nel 2002 sei Länder, capeggiati dall'Unione Cristiano-Democratica (CDU), fecero ricorso contro tale divieto perché, a loro dire, lo Stato centrale invadeva le loro competenze. Vi erano, inoltre, due grandi difficoltà: la copertura finanziaria, cui ancora provvedeva il governo centrale nonostante la gestione degli atenei fosse passata ai governi territoriali, e l'idea che l'abolizione delle tasse avrebbe nuociuto all'autonomia delle università. Nel 2005 la corte Costituzionale annullò il divieto. Sette Länder provarono a introdurre nuovamente le tasse ma la decisione fu così impopolare da indurli tutti a fare marcia indietro, compresi la Baviera e la Bassa Sassonia (che poi hanno eliminato il provvedimento negli ultimi due anni). La maggior parte, tuttavia, ha mantenuto le tasse per i corsi di secondo livello e per gli studenti fuori corso.
Con la riforma del federalismo l'amministrazione degli atenei è affidata oggi agli Stati federali, che hanno anche l'onere del finanziamento. A beneficiarne è stato lo stesso Governo, che con una parte della cifra risparmiata ha avviato un programma d'eccellenza destinato a premiare con ulteriori fondi gli atenei dalle performance migliori. I risultati sono presto detti: nell'ultimo ranking del Times Higher Education (THE), che identifica le 200 migliori università del mondo, figurano 12 atenei tedeschi. Ci sono stati, tuttavia, anche risvolti negativi: come ha spiegato la docente universitaria Barbara Kehm, la riforma ha pregiudicato soprattutto gli Stati più poveri della Germania orientale, che, nonostante l'eliminazione delle tasse, non sono in grado di competere.
(Fonte: Aceprensa 01-12-2014)