STUDENTI. CALO DELLE IMMATRICOLAZIONI |
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Dall’anno accademico 2007-08 al 2013-14, le immatricolazioni nelle università italiane sono scese di circa 40mila unità (-13,2 per cento). Il calo ha riguardato tutte le aree disciplinari (in quella scientifica la flessione è molto lieve) e soprattutto gli atenei più grandi, ed è stato più accentuato per gli studenti già da tempo usciti dalla scuola superiore (con più di 20 anni). Questo è un aspetto di per sé preoccupante, in quanto l’Italia già sconta, nel confronto internazionale, una bassissima incidenza di studenti-lavoratori. Si è però ridotto anche il numero di immatricolati neodiplomati (-7,0 per cento), quasi esclusivamente tra gli studenti meridionali. L’andamento delle iscrizioni dipende innanzitutto da fattori demografici. È soprattutto la dinamica della popolazione di riferimento che spiega le differenze tra Centro-Nord (dove è aumentata) e Mezzogiorno (dove invece è diminuita). Tuttavia, anche a parità di popolazione (e di diplomati), la propensione a immatricolarsi si è ridotta di più nel Mezzogiorno. E questo comincia ad avere effetti anche sul numero di laureati, se si guarda a quanto poco sia cresciuta al Sud la scolarizzazione terziaria dei 25-34enni tra il 2007 e il 2013 (tabella).
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