Home 2015 18 marzo VARIE INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA CRUI STEFANO PALEARI SUL CORRIERE DI MILANO
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA CRUI STEFANO PALEARI SUL CORRIERE DI MILANO PDF Stampa E-mail

Alla vigilia di quello che il premier ha definito un anno costituente per l'Università, anche i media prestano crescente attenzione al tema. Per questo è importante la presa d'atto del percorso svolto fin qui. Anni fa ci lamentavano di quattro situazioni: a) rettori a vita; b) finanziamenti a pioggia; c) assenza di valutazione; d) concorsi locali. Oggi invece: a) il mandato dei rettori è unico e di 6 anni; b) il 50% dei fondi 2015 è erogato su base competitiva; c) c'è un'agenzia di valutazione che accredita i corsi di studio e l'attività di ricerca; d) i concorsi prevedono la cosiddetta «abilitazione» per il ruolo di professore. In questi anni sono però anche accadute altre cose: il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), la principale voce che alimenta le università, si è ridotto dei 12% per le statali e di oltre il 40% per le non statali; i docenti e i ricercatori sono scesi da 62 a 52 mila unità e, con un turnover del 50% si è azzerato il numero di giovani professori e bloccato l'accesso ai ricercatori. Il confronto con l'estero è impietoso: il nostro Ffo vale 100 euro per abitante mentre quello di Francia e Germania è di 300 euro. Ultimo, la burocrazia è tale per cui un piccolo ente locale e una grande università devono seguire le stesse procedure di gestione. Per tutto questo, quando lamentiamo il comportamento delle università milanesi in materia di selezione, non dimentichiamoci di dire che esse sono state giudicate tra le migliori in Italia per quanto attiene ricerca e attrattività degli studenti. E con riferimento al reclutamento chiariamo due aspetti. Il primo è che per legge una quota minima del 20% è riservata a «esterni», cioè a candidati non nei ruoli dell'università che li bandisce. Il secondo è che un bravo ricercatore «interno» è giusto che aspiri a diventar professore. E non vi è dubbio che le università milanesi, così come altre università italiane, abbiano eccellenti ricercatori e professori che meritano di veder riconosciuto il lavoro svolto. Certo, nel reclutamento occorre sempre vigilare e contrastare vecchie abitudini ma stiamo attenti a buttare il bambino con l'acqua sporca. Con spirito anglosassone, di fronte a concorsi trasparenti, riconosciamo anche il merito (a ragion veduta) dei vincitori. Solo così possiamo rispondere ai rilievi di chi vuole un'università migliore. Facciamo critiche ma anche proposte. La Conferenza dei rettori ha proposto come priorità l'ingresso del 20% dei migliori dottori di ricerca selezionati secondo standard europei. Così come ha chiesto severità nel reclutamento che, dallo scorso anno, rientra nella valutazione del ministero. E altro ancora. Vogliamo un'università forte e vogliamo che le critiche ci aiutino in questo perché puntuali e ben fondate. (Fonte: Stefano Paleari, CorSera Milano 24-02-2915)