UNIBURO. IL MEPA, UN INTRALCIO BUROCRATICO SENZA CONVENIENZA ECONOMICA IMPOSTO ALLE UNIVERSITÀ |
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Da alcuni anni il MePa (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione) angustia burocraticamente l’esistenza di tutti coloro che lavorano nella Pubblica Amministrazione, ma in particolare modo di chi opera nelle Università e negli Enti di Ricerca. Si tratta di un sito web di commercio elettronico, emanazione del CONSIP (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), messo a disposizione delle pubbliche amministrazioni con il nobile scopo di facilitare e rendere più convenienti gli approvvigionamenti di beni e servizi di importo inferiore alla soglia comunitaria, in modo da risparmiare soldi pubblici. Peccato che lo strumento informatico sia stato realizzato con criteri e logiche obsolete, che sia macchinoso e complesso, che non sia affatto “messo a disposizione” bensì imposto alla Pubblica Amministrazione, che non faciliti proprio niente aggiungendo straordinaria complessità alle cose semplici, che non si traduca in alcun risparmio o beneficio economico per la spesa pubblica poiché si presta ad ogni genere di truffa. La trasmissione Report di Rai 3 ha dedicato agli sprechi del MePa un’intera puntata, scegliendo esempi di disservizi e assurdità anche in ambito universitario. Il MePa non è un mercato elettronico perché è concepito in maniera burocratica e notarile, è tutt’altro che semplice da usare e non ha alcun meccanismo di feedback. Chiunque può iscriversi sul MePa, truffare la PA con clausole di servizio poco chiare, e la PA non può difendersi dalle frodi se non per vie legali. (Fonte: N. Casagli, Roars 02-03-2015)
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