Home 2015 14 aprile RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA RICERCA. TROPPA PRESSIONE A PUBBLICARE: LE FRODI SFUGGONO
RICERCA. TROPPA PRESSIONE A PUBBLICARE: LE FRODI SFUGGONO PDF Stampa E-mail

Ma le riviste non hanno i loro metodi di controllo? «Sì, e sono i cosiddetti referee: esperti che valutano l'articolo prima della pubblicazione. Solo che questi guardano il metodo, rifanno i conti, controllano la statistica. Ma non ripetono la ricerca. Del resto, fare il referee porta via tempo già così. Poi in settori molto specifici gli esperti sono pochi, anche quattro o cinque. Per cui, per quanto coperti dall'anonimato, si può capire chi siano mentre loro possono capire a chi appartenga la ricerca che stanno valutando. Questo può aprire a meccanismi problematici come il ritardo della pubblicazione di un rivale». E allora come vengono scoperte le frodi? «Le intercettano gli altri scienziati. Solo che intanto è passato del tempo e i finanziamenti possono essere andati a ricerche sbagliate o fraudolente».
Le frodi scientifiche sono sempre esistite e sempre esisteranno. Per tenerle sotto controllo servirebbero più soldi e il tempo per rifare gli esperimenti, spiega Giovanni Boniolo, filosofo della scienza all'Università di Milano e autore tre anni fa di una lettera a Nature in cui denunciava la sempre minore condivisione dei risultati e le sue conseguenze. Perché non è facile intercettare le frodi ed evitarle? «Il problema è che tutti ci fidiamo dei metodi di autocorrezione della scienza, che si basano sul fatto che i risultati degli esperimenti vengono resi pubblici e possono essere replicati. Ma oggi c'è un'enorme pressione a pubblicare, e a farlo in fretta, perché è da quello che dipende la carriera di uno scienziato. Così molte volte nessuno replica l'esperimento. E scappano frodi che vengono scoperte quando le intercettano altri articoli ma intanto i finanziamenti sono stati sprecati. (Fonte: S. Bencivelli, La Repubblica 30-03-2015)