Home 2015 14 aprile RIFORMA UNIVERSITARIA RIAPPARE DAL SECOLO SCORSO LA PROPOSTA DI UN RUOLO UNICO DELLA DOCENZA
RIAPPARE DAL SECOLO SCORSO LA PROPOSTA DI UN RUOLO UNICO DELLA DOCENZA PDF Stampa E-mail

Nel ricevere e pubblicare il testo firmato da vari colleghi sulla proposta di un ruolo unico della docenza, si legge nel sito Roars che la redazione ha convenuto di dare spazio alla discussione (al 22 marzo ben 120 note di commento-discussione) sul ruolo unico pur non condividendo tale proposta. Le opinioni di alcuni dei redattori di Roars potranno essere lette nei commenti all’articolo. Le due principali obiezioni che la redazione di Roars muove rispetto alla proposta sono:
-essa si presta ad essere utilizzata quale strumento per aumentare il grado di burocratizzazione delle università poiché aggiunge alla pletora di strumenti di valutazione allo stato esistenti, un ulteriore livello di “valutazione continua” dei singoli ricercatori;
-a fronte di ciò la proposta non pare apportare alcun beneficio ai numerosi ricercatori non strutturati e in formazione che vedono incombere sulle loro teste il rischio dell’espulsione dal sistema.
Si riportano inoltre due fra i tanti commenti all’articolo menzionato:
Il ruolo unico si presenta come una soluzione “todos caballeros”, interamente indirizzata agli attuali strutturati, che personalmente trovo inaccettabile difendere con il paravento della “democrazia”. In alternativa, essa finirà per risolversi in una mostruosità di valutazione permanente senza eguali al mondo e che produrrà molti più danni che benefici alla ricerca italiana. (A. Banfi)
La proposta soffre a mio avviso dello stesso identico problema di cui tutte le riforme epocali hanno sofferto finora. L’idea che i problemi si risolvano tutti (magicamente) cambiando una sola o poche variabili in gioco. Nella Legge Gelmini il focus consisteva nella modifica sostanziale della governance universitaria accompagnata dalla valutazione centralizzata. Qui il cambiamento della struttura gerarchica dei professori, associato alla “valutazione continua”, dovrebbe cambiare l’assetto complessivo del sistema.
Non si tiene conto del fatto che questi cambiamenti normativi si inseriscono in una struttura istituzionale e amministrativa che concorre a determinare il funzionamento complessivo del sistema; e che le migliori intenzioni del legislatore potranno dare luogo a conseguenze non previste e non volute (unintended consequences).
In questa prospettiva della proposta mi preoccupano particolarmente due cose:
1. Il fatto che si metterà ad esaurimento l’intero corpo docente dell’università; cioè si ripeterà per associati e ordinari la scelta a mio avviso profondamente errata di mettere ad esaurimento i RTI. Con conseguenze che mi sembra facile prevedere disastrose.
2. Il riferimento a una non meglio precisata “valutazione continua”, che, con i tempi che corrono e con una ANVUR disegnata come plenipotenziaria in tema di valutazione, non credo si possa risolvere semplicemente in una valutazione del dipartimento di appartenenza come sembrano sperare i proponenti. (A. Baccini). (Fonte: Redazione Roars 22-03-2015)
Un commento del redattore di INFO UNIVERSITARIE: Quando negli anni ’80 si vollero trasformare (fondere, accorpare) gli Istituti nei Dipartimenti un arguto collega osservò che l’operazione non avrebbe comunque trasformato i somari in corsieri. Lo stesso potrebbe dirsi oggi a proposito della ventilata
operazione ruolo unico della docenza. (PSM)