Home 2015 18 maggio UE. ESTERO USA. TASSO DI DISOCCUPAZIONE PER I NEO-LAUREATI
USA. TASSO DI DISOCCUPAZIONE PER I NEO-LAUREATI PDF Stampa E-mail

La più recente edizione del rapporto “Hard Times” prodotto dal Center on Education and the Workforce ha trovato che il tasso di disoccupazione per i neo-laureati, indipendentemente dalle loro alma mater, è più basso tra chi ha completato i propri studi nel settore dell’agricoltura e delle risorse naturali (4,5%), nelle scienze (5%) e nell’educazione (5,1%). Ed è più elevato tra gli architetti (10,3%) e chi ha lauree nel settore delle arti (9,5%). Diverso il profilo dei redditi. A guadagnare di più sono i neo-ingegneri, che con 57.000 dollari l’anno in media portano a casa quasi il doppio di chi ha solo un diploma di scuola superiore. Gli psicologi, gli assistenti sociali e, ancora una volta, gli artisti, incassano solo una media di 31.000 dollari l’anno, appena 1.000 dollari in più dei lavoratori che non hanno frequentato, o non hanno finito, l’università. “Se prendiamo Scienze dell’educazione – dice Anthony Carnevale, direttore del Center on Education and the Workforce di Georgetown University – come laurea non porta a grandi guadagni, ma più o meno assicura un impiego di qualche genere. In ogni caso, andare a Princeton non fa molta differenza, una volta che si diventa insegnanti di scuola si ha lo stesso reddito di tutti gli altri colleghi”. Questa differenziazione nei guadagni generati dalle varie lauree è un fenomeno relativamente nuovo, degli ultimi tre decenni circa. “Prima degli anni Ottanta, le lauree producevano tutte guadagni simili – dice Carnevale – Poi dal 1983 circa abbiamo visto aumentare sia il “premio” universitario (ovvero la differenza tra i redditi dei laureati e quelli dei non-laureati) sia il gap tra specializzazioni”. A livello prettamente di reddito, piuttosto che laurearsi in Arte moderna o Psicologia, a un giovane americano conviene ottenere un diploma breve ma tecnico e studiare poi Picasso o Freud nel proprio tempo libero. “Oggi negli Stati Uniti si può prendere un certificato di un anno in aree come il riscaldamento, la ventilazione e l’aria condizionata e guadagnare il 25% in più del laureato medio”, dice Carnevale. È importante sottolineare che questo ragionamento non vale più quando si considerano gli studi post-laurea, che sono diventati pressoché obbligatori per i neo-laureati provenienti dalle facoltà meno remunerative. “Ci sono oggi lauree che non bastano più a guadagnarsi da vivere, settori dove i requisiti minimi includono perlomeno un master” – dice Carnevale. (Fonte: V. Pasquali, IlBo 14-04-2015)