Home 2015 8 luglio DOTTORATO DOTTORATI ATTIVATI IN CALO DEL 42% IN DUE ANNI E CON SPEREQUAZIONE TERRITORIALE
DOTTORATI ATTIVATI IN CALO DEL 42% IN DUE ANNI E CON SPEREQUAZIONE TERRITORIALE PDF Stampa E-mail

Secondo l'indagine ADI,l'Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, l'offerta di posti di dottorato è caratterizzata da una forte concentrazione e sperequazione: per il 30° ciclo (l'ultimo) 10 Università (e 8 città) garantiscono da sole il 44% dei posti. Si tratta della Sapienza (931), Politecnico di Milano (587), Alma Mater Bologna (428), Padova (407), Genova (333), Federico II di Napoli (321) Roma Tor Vergata (289), Politecnico di Torino (270), Milano (263) e Firenze (263). Una performance questa nell'offerta dottorale che i maxi atenei si sono potuti assicurare semplicemente non applicando il vincolo minimo del 75% delle borse di studio da garantire. «Troviamo infatti - spiega l'indagine - contemporaneamente quattro università (Sapienza, Politecnico di Milano, Genova e Firenze) alle posizioni apicali relativamente ai posti banditi e a quelle peggiori in quanto a copertura delle borse di studio». Unica eccezione virtuosa è Milano ai vertici in entrambe le classifiche. La sperequazione si sente ancora più forte a livello di Regioni se si prende in considerazione il fatto che in sette (una sola al Sud) coprono il 74,5% delle posizioni bandite: Piemonte (6%) Veneto (7%) Emilia Romagna (8,5%) Campania (9%) Toscana (8,5%), Lazio (18%) e Lombardia (17,5%). Quello che dovrebbe essere una delle punte di diamante della formazione terziaria italiana, ha subito un taglio per l'effetto combinato del Dm 45/13 e delle linee guida per l'accreditamento dell'ANVUR del 2014 che hanno introdotto un vincolo minimo del 75% di copertura delle borse sul totale delle posizioni bandite (prima era il 50%). E così in due anni si è registrata una riduzione del 42% dei corsi di dottorati attivati e il numero di posti di dottorato banditi annualmente a livello nazionale è diminuito, in un solo anno, del 25%. «Un drammatico ridimensionamento» avverte l'ADI che è «l'ultima tappa di un declino che dura da almeno 8 anni». Il numero di dottorandi ogni 1.000 abitanti, che collocava l'Italia in fondo alle graduatorie europee già nel 2012, «senza un'inversione di tendenza, da qui al 2016 subirà un ulteriore ridimensionamento, con una situazione insostenibile specialmente per gli atenei del Sud»: se nel 2014 se ne contavano 0,56 ogni mille abitanti (erano lo 0,6 nel 2012) nel 2016 con questo trend caleranno ulteriormente a 0,45. (Fonte: M. Bartoloni, IlSole24Ore 10-06-15)