Home 2015 8 luglio UE. ESTERO ALBANIA. RIFORMA UNIVERSITARIA IN ITINERE
ALBANIA. RIFORMA UNIVERSITARIA IN ITINERE PDF Stampa E-mail

Dal rapporto pubblicato dalla commissione presieduta dal prof. Arjan Gjoncaj e composta da docenti del sistema pubblico e privato, nell’agosto del 2014 è emerso che in Albania erano attive 59 istituzioni universitarie, di cui 15 pubbliche e 44 private. Venivano offerti 1500 programmi di studio, 650 corsi di laurea di primo livello, 600 corsi di master professionali e scientifici e 100 corsi di dottorato. Dei 160.000 studenti universitari, più del 78% risultava comunque iscritto presso le università pubbliche e di questi il 25% era iscritto al cosiddetto part-time, che prevede corsi solo durante il fine settimana.Sulla base del sopra descritto rapporto del 2014, la commissione Gjoçaj ha avviato i lavori per una riforma del sistema universitario in linea con gli standard internazionali. Gli obiettivi dichiarati sono: il miglioramento della qualità degli insegnamenti e della ricerca universitaria; l'adeguamento delle istituzioni universitarie alle esigenze del mercato del lavoro e dello sviluppo del paese; la ristrutturazione del sistema di finanziamento agli istituti sulla base della loro performance e, infine, a lungo termine, la graduale confluenza verso un sistema unificato, in cui le differenze tra pubblico e privato siano progressivamente attenuate. Il disegno di legge sull’istruzione universitaria è stato approvato dal Consiglio dei ministri il primo aprile scorso. Il passaggio in Parlamento, come spiega Arlind Qori, docente di filosofia politica dell’Università di Tirana, si attende tra agosto e settembre.Per ora, commissione e ministero non sono riusciti a dissipare le perplessità suscitate dalla riforma. Il timore è che le università pubbliche siano costrette ad arrendersi alle regole del mercato, a vedersi ridurre i finanziamenti a discapito degli istituti privati, a rinunciare al pensiero critico per non far trapelare all’esterno problemi che potrebbero intaccarne le performance, ad aumentare le tariffe rendendo l’istruzione universitaria sempre meno accessibile. (Fonte: balcanicaucaso.org 20-05-15)