Home 2015 7 settembre CLASSIFICAZIONI DEGLI ATENEI CONTROCLASSIFICA. RICALCOLATA LA CLASSIFICA ARWU DEGLI ATENEI MONDIALI DIVIDENDO I COSTI DI GESTIONE PER IL NUMERO DI PUNTI RAGGIUNTI
CONTROCLASSIFICA. RICALCOLATA LA CLASSIFICA ARWU DEGLI ATENEI MONDIALI DIVIDENDO I COSTI DI GESTIONE PER IL NUMERO DI PUNTI RAGGIUNTI PDF Stampa E-mail

Sulla rivista online Roars Giuseppe De Nicolao ha provato ad aggiungere un altro indicatore ai dati raccolti a Shanghai nell'ARWU (Academic Ranking of World Universities: 2015), per stilare una classifica dell'efficienza delle università che mettesse a confronto i risultati con la spesa, dividendo cioè i costi di gestione di ogni università per il numero di punti raggiunti. E a sorpresa — mettendo a confronto i primi venti atenei della classifica Arwu e i venti atenei italiani che vi sono classificati — a guidare questa «gara» sono quattro università italiane: la Scuola Normale di Pisa, l'Università di Ferrara, Trieste e Milano Bicocca, e nei primi dieci posti otto sono gli atenei italiani mentre a reggere II confronto dell'efficienza tra le grandi università ci sono solo Princeton e Oxford.
Non solo, secondo la classifica di Roars, poiché i punti che l'università conquista per i meriti dei suoi studenti e dei prof sono aggiuntivi, "se si fondessero due o tre atenei i risultati sarebbero di molto migliori. Ad esempio, se si unificassero, operazione priva di qualsiasi valore reale, la Statale, la Bicocca e il Politecnico, una futura università milanese potrebbe aspirare a entrare nei primi venti posti".
Lo scopo della controclassifica, che sarà pure un divertimento ferragostano o una «sfida infernale» come la definisce iI suo autore, è rimarcare che iI sistema italiano è sottofinanziato (la qual cosa non è una novità visto che la spesa pubblica italiana per l'università in rapporto al Pil è la penultima in Europa) e tuttavia «nel suo complesso non è meno efficiente di quella delle maggiori nazioni straniere». Si tratta anche di uno scatto di orgoglio a difesa del lavoro degli atenei che all'apparire delle classifiche interazionali diventano bersaglio di critiche e polemiche. (Fonte: G. Fregonara, CorSera 18-08-15)