LAUREATI ITALIANI. ESODI ALL'ESTERO PDF Stampa E-mail

Negli ultimi anni abbiamo osservato crescere il numero dei laureati italiani che si trasferisce all'estero (quasi uno su quattro nel 2013, e in forte aumento rispetto al passato - dato Istat), mentre cresce da noi la percentuale di giovani (25-34 anni) che, pur possedendo un titolo di istruzione superiore, svolge una mansione al di sotto della propria qualifica (erano il 30,5% nel 2012 - fonteEurostat -, dato che rappresentava il quarto peggiore in Europa dopo Spagna, Cipro e Irlanda). A fronte di questo, la capacità di attrazione di studenti stranieri rimane tra le più basse al mondo (2% nel 2012- fonte OCSE-Unesco, contro ad esempio il 6% di Germania e Francia, il 13% del Regno Unito e il 16% degli Stati Uniti), e se il numero di laureati stranieri che arrivano in Italia appare in crescita (3% nel 2013 secondo il XVI Rapporto AlmaLaurea), occorre ancora verificare quanti di loro svolgano effettivamente mansioni adeguate al titolo conseguito. Dobbiamo stare attenti, in poche parole, che produrre più laureati da qui al 2020 e oltre non significhi soltanto ingrossare le fila dell'esodo, senza peraltro un adeguato "interscambio". Agire sull'istruzione superiore dandole ulteriore impulso, quindi, ma di concerto con adeguati interventi sul sistema, che permettano di "trattenere" i talenti e attrarne di nuovi da noi. (Fonte: G. Lo Storto, IlSole24Ore 31-07-15)