Home 2015 7 settembre RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA VALUTAZIONE DELLA RICERCA E COMPITI DELLA POLITICA
VALUTAZIONE DELLA RICERCA E COMPITI DELLA POLITICA PDF Stampa E-mail

I risultati della valutazione della ricerca (VQR 2004-10) stanno iniziando ad avere un impatto significativo (e lo avranno ancora maggiore nel tempo) sulla distribuzione del finanziamento alle università. L’aumento del peso della cosiddetta quota premiale (si tratta del nome orwelliano dato a una parte del fondo ordinario e non di risorse aggiuntive) ha penalizzato i grandi atenei del Centro-Sud. Molti atenei del Centro-Sud si trovano ora in condizioni molto critiche e, per com’è utilizzata la valutazione dal decisore politico, nel futuro questo squilibrio è chiaramente destinato ad ampliarsi. In pratica la valutazione equivale a una deresponsabilizzazione del decisore politico che, mascherandosi dietro dei risultati apparentemente tecnici, delega alla valutazione scelte prettamente politiche. Questo accade perché gli atenei di tutta Italia sono messi in competizione tra loro, fatto che sta generando un vantaggio cumulativo di alcuni a discapito di altri. Nel Regno Unito, in genere preso a modello per la politica universitaria, non accade lo stesso: università che appartengono a diverse macroregioni - Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles - non competono tra loro per i fondi associati alla valutazione. Un minimo di buon senso dovrebbe indurre il Ministro a fare altrettanto: dividere la quota premiale in tre parti, assegnare ognuna a tre aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) e all’interno di ciascun’area ripartire i fondi sulla base dei risultati della valutazione. Sarebbe un primo passo per evitare l’inutile e dannoso accentramento delle risorse su pochi (al Nord) con conseguente impoverimento d’intere aree geografiche (al Sud): questo è (sarebbe) il compito della politica, piuttosto che quello di implementare il risultato di classifiche basate su pseudo-analisi tecniche. (Fonte: F. Sylos Labini, FQ 16-08-15)