Home 2015 7 settembre VARIE L'INFLUENZA DEL SETTORE DI STUDIO SUI RITORNI ECONOMICI DELL'EDUCAZIONE UNIVERSITARIA
L'INFLUENZA DEL SETTORE DI STUDIO SUI RITORNI ECONOMICI DELL'EDUCAZIONE UNIVERSITARIA PDF Stampa E-mail

In una ricerca del Ceps (Centro Europeo per gli Studi Politici), appena messa in rete: "L'influenza del settore di studio sui ritorni economici dell'educazione universitaria - Le implicazioni per i politici e gli studenti", gli autori, utilizzando come indicatore il Van (Valore Attuale Netto), misurano la convenienza economica (il ritorno) dell'investimento in formazione. Fatti i conti, e confrontando i risultati con le tendenze rilevate sugli intervistati, giungono alla conclusione che gli studenti non scelgano il settore di studio valutandone i benefici proiettati su un lontano futuro, ma facendo invece un bilancio fra costi e benefici, e limitandolo al breve/ medio termine (5 anni dalla laurea).
La formula trovata risponde alla domanda: se mi iscrivessi a un corso del settore X, questo investimento quanto mi renderebbe, a 5 anni dalla laurea, in valuta attuale? Starei già guadagnando, o starei ancora ripagando i costi sostenuti e i guadagni mancati? Gli intervistati sono laureate e laureati di cinque nazioni (Francia, Italia, Ungheria, Polonia e Slovenia) e di quattro settori formativi (Scienze della formazione, umanistiche, delle arti; Scienze sociali, Economia, Giurisprudenza; Stem; Agraria, Veterinaria, Medicina e Professioni sanitarie).
Dai risultati emergono forti differenze nel Van a seconda del genere, della nazione e del settore disciplinare, che appaiono coerenti con le scelte degli studenti. Per esempio in Italia, nel settore Stem, i maschi a 5 anni dalla laurea si troverebbero in cassa 2.025 euro di oggi; mentre le ragazze non avrebbero ancora coperto i costi della loro formazione. (Fonte: P. Lo Storto, Il Secolo XIX 28-08-15)