Home 2015 7 settembre UE. ESTERO GRAN BRETAGNA. CLEARINGS ILLIMITATI ALLE UNIVERSITÀ
GRAN BRETAGNA. CLEARINGS ILLIMITATI ALLE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

C'è qualcosa di diverso e nonostante la propensione britannica per l'understatement si può parlare di cambiamento epocale e rivoluzione copernicana. Da quest'anno le università inglesi, indipendentemente dagli A-levels, possono ammettere un numero illimitato di studenti per mezzo dei clearings, che fino all'anno scorso erano una quota fissa minoritaria per garantire il diritto allo studio ai meno capaci e più sfortunati. L'abitudine era che nell'istante della pubblicazione dei risultati gli studenti si precipitavano ad accettare il posto che avevano ottenuto nell'università preferita prima che se l'accaparrasse qualcun altro. Nei giorni scorsi è accaduto il contrario: grazie ai clearings illimitati alcune università dell'elitario Russell Group - Birmingham, Leicester, Nottingham, Sussex - hanno già offerto posti incondizionati (l'uovo oggi) onde accaparrarsi studenti bravi ma dall'ammissione incerta in università prestigiose (la gallina domani).
In un periodo di elevata incertezza economica, gli studenti tendono ad accettare anche perché l'offerta è accompagnata da borse di studio non generosissime ma dignitose. Potrebbe essere un effetto a lunga scadenza dell'innalzamento delle rette voluto cinque anni fa dal forse troppo biasimato ex ministro David Willetts, che ha portato a una maggiore disponibilità di liquidi che permette offerte alla cieca. A lungo andare il cambiamento sarà paragonabile alla repentina apertura delle nuove università a inizio Novecento (Birmingham, Manchester, Liverpool, Leeds...) dopo che per più di sei secoli, fino all'inaugurazione di Durham e Londra nell'Ottocento, le sole università inglesi erano state Oxford e Cambridge. Nell'ultimo secolo gli studenti hanno scelto l'università; d'ora in poi le università sceglieranno gli studenti. Un inevitabile effetto collaterale dei clearings illimitati sarà l'abbassamento di livello dei corsi: gli studenti migliori erano già sicuri di andare all'università, stiamo parlando di ammettere quelli meno promettenti. (Fonte: A. Gurrado, Il Foglio 13-08-15)