Home 2015 7 settembre UE. ESTERO OLANDA. OPEN ACCESS GOLD
OLANDA. OPEN ACCESS GOLD PDF Stampa E-mail

"Science is not a goal in itself. Just as art is only art once it is seen, knowledge only becomes knowledge once it is shared". Queste le parole di Sander Dekker, Sottosegretario olandese all’Istruzione, durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2014 dell’università di Leida. Il governo olandese ha così dichiarato in maniera chiara e forte la propria adesione all’accesso aperto. Target di Dekker è di arrivare al 40% delle pubblicazioni in Open Access entro la fine del 2016 e al 100% entro la fine del 2024. La via prescelta è quella dell’Open Access gold. Ricordiamo che due sono le vie attraverso cui l’accesso aperto si realizza: la via verde, che è la ripubblicazione di lavori pubblicati presso riviste accessibili tramite abbonamento dopo un periodo di embargo definito dall’editore e in una versione che di solito è l’ultima dell’autore e che contiene tutte le correzioni dei referee, ma non ha il layout editoriale, e la via d’oro per cui la pubblicazione accettata dalla rivista viene pagata dall’autore o dalla sua istituzione affinché tutti possano accedere fin da subito al lavoro. Alcuni governi, fra questi quelli di UK e Olanda, hanno optato per una forma di open access gold finanziato dallo stato. Questo vuol dire che le pubblicazioni dei ricercatori che lavorano nelle istituzioni di ricerca britanniche o olandesi pubblicano con un finanziamento da parte dello stato i propri lavori una volta che sono stati accettati. Questo risulta essere un problema perché mentre tutti possono accedere ai lavori prodotti dalle istituzioni britanniche o olandesi perché ad accesso aperto, le istituzioni britanniche e olandesi devono continuare a pagare gli abbonamenti per poter accedere ai lavori degli altri. Questi abbonamenti vengono acquistati in blocco in una forma che prende il nome di big deal. Vale a dire una istituzione non sceglie quali e quante riviste sottoscrivere, ma le compra tutte ad un prezzo che viene calcolato sulla base dei full-time equivalent e tenendo conto di altre variabili definite nei contratti consortili che sono diversi da nazione a nazione. La transizione del sistema della ricerca olandese o di quello britannico all’Open Access non risolve infatti il problema dell’accesso a livello mondiale, e il fatto che ci siano nazioni che sono passate a questo modello di pubblicazione dal punto di vista del costo degli abbonamenti non ha portato ad alcuna riduzione dei costi. Anzi, di fatto le entrate per gli editori sono aumentate, perché hanno incassato sia le fee per gli abbonamenti sia quelle per l’Open access gold. (Fonte: P. Galimberti, Roars 26-07-15)