Home 2015 23 novembre UE. ESTERO RAPPORTO UE 2015 DI MONITORAGGIO SU EDUCAZIONE E FORMAZIONE
RAPPORTO UE 2015 DI MONITORAGGIO SU EDUCAZIONE E FORMAZIONE PDF Stampa E-mail

L'Italia si piazza all'ultimo posto tra i 28 con il più basso numero di laureati, al penultimo per gli ingressi nel mondo del lavoro e tra i peggiori per il sempre elevato numero di abbandoni scolastici. Tuttavia, Bruxelles sottolinea che negli ultimi anni sono stati "fatti progressi" e che la "recente riforma può aiutare a creare le condizioni per migliorare ulteriormente i risultati". Solo il 23,9% degli italiani tra i 30 e i 34 anni è laureato, la percentuale più bassa di tutti i Paesi europei nonostante un miglioramento del 3,5% negli ultimi tre anni. Grande la discrepanza tra i sessi: solo il 18,8% dei maschi ha una laurea contro il 29,1% delle femmine. A fronte di una media Ue del 37,9% rispetto all'obiettivo di "almeno il 40%" entro il 2020, l'Italia è ampiamente al di sotto, anche se è vicina al raggiungimento del suo obiettivo nazionale che fissa l'asticella molto più in basso, ad "almeno il 26%". I paesi con più laureati sono Lituania, Lussemburgo e Cipro, tutti sopra il 50%. Chi esce dall'università o comunque da un ciclo di istruzione superiore in Italia non riesce ad entrare nel mondo del lavoro: sono appena il 45%, e per di più in calo del 12,6% dal 2011, contro una media Ue del 76%, gli occupati tra i 20-34enni con lauree o titolo di studi secondari superiori. Peggio solo la Grecia, con il 44,3%. Al top dei giovani occupati qualificati, invece, maltesi (91,7%), tedeschi (90%) e olandesi (87,3%). I ragazzi italiani sono anche i quinti tra i coetanei europei che più lasciano anzitempo gli studi: gli abbandoni sono ancora al 15%, nonostante un calo del 2,8% tra 2011 e 2014. Peggio solo Spagna (21,9%), Malta (20,4%), Romania (18,1%) e Portogallo (17,4%). Su questo fronte, però, l'Italia ha già ampiamente raggiunto il suo obiettivo 2020 del 16%. Quello Ue, invece, è fissato a "meno del 10%", con una media attuale dell'11,1%. Al top Croazia (solo 2,7%), Slovenia (4,4%) e Polonia (5,4%). L'Italia è invece tra i Paesi virtuosi per l'inserimento nell'educazione dei bimbi dai 4 anni in su, con il 98,7%. (Fonte: www.ansa.it 12-11-15)