Home 2015 23 dicembre LAUREE-DIPLOMI-FORMAZIONE POST LAUREA-OCCUPAZIONE IL TASSO DI OCCUPAZIONE CRESCE DI PIÙ TRA I LAUREATI. LO DIMOSTRA L'ISTAT
IL TASSO DI OCCUPAZIONE CRESCE DI PIÙ TRA I LAUREATI. LO DIMOSTRA L'ISTAT PDF Stampa E-mail

Tra i falsi miti negli anni della grande crisi economica ha avuto particolare "successo" l'idea che la laurea fosse diventata inutile: un pezzo costoso e faticoso, ma inefficace ai fini della ricerca del lavoro nel nostro Paese. Molte argomentazioni sono state spese (anche da apprezzati analisti) negli anni più recenti a sostegno di questa tesi: dalla presunta incapacità delle imprese italiane di attrarre e ricercare laureati, perché in media piccole e poco attrezzate per sviluppare ricerca e innovazione, alla più realistica incapacità del nostro mondo del lavoro di premiare titoli accademici di livello e competenze eccellenti, perché caratterizzato da una crescita delle carriere basata su cooptazione e fedeltà più che sul merito. Il comunicato ISTAT sui dati del terzo trimestre 2015 dà speranza ai ragazzi, e anche il consiglio implicito che studiare ha un valore: "Dopo il forte calo dell'occupazione giovanile in tutti gli anni della crisi, il numero di occupati di età 15-34 anni torna a crescere (56.000, +1,1% annuo)". I giovani rappresentano più della metà dei nuovi ingressi nell'occupazione, cioè quegli occupati che non avevano un lavoro un anno prima. È da considerare una scelta di comunicazione felice l'enfasi con cui l'ISTAT, commentando l'aumento dell'occupazione nel terzo trimestre del 2015, ha voluto "prendere posizione" sulla vexata questio: un elevato titolo di studio - ha scritto l'Istituto di Statistica nel suo rapporto ufficiale - si conferma un vantaggio nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione cresce infatti di più fra i laureati, attestandosi al 75,7% (+0,8 punti sul terzo trimestre 2014) rispetto al 63,2% di quello dei diplomati e al 43,5% del tasso riferito a chi ha al più la licenza media (+0,7 e +0,5 punti, rispettivamente)». È dunque ancora evidente il vantaggio dei giovani laureati rispetto ai diplomati (anche se meno rilevante rispetto ai Paesi anglosassoni) nel livello di retribuzione del primo impiego e nella velocità di carriera. La riduzione del tasso di disoccupazione è invece diffusa rispetto ai diversi livelli di istruzione, mentre il tasso di inattività cresce solo tra quanti possiedono fino alla licenza media. (Fonte: Avvenire 12-12-15. Fonte 15-12-15)