Home 2016 23 febbraio VARIE FORTI CRITICHE DELLA FLC-CGIL ALLE POLITICHE UNIVERSITARIE
FORTI CRITICHE DELLA FLC-CGIL ALLE POLITICHE UNIVERSITARIE PDF Stampa E-mail

Oltre all'allarme rispetto al definanziamento, si punta il dito contro l'ANVUR (l'Agenzia di Valutazione Nazionale del sistema Universitario e della Ricerca), giudicata un problema più che una soluzione "per il ruolo abnorme che ha assunto e per le metodologie adottate nella valutazione la cui funzione originale è mutata da quella di incentivare il miglioramento del sistema a quella di legittimarne il progressivo ridimensionamento e controllare che l’applicazione degli strumenti di dismissione dell’università pubblica proceda celermente e correttamente".

La legge di stabilità 2016 conteneva alcune norme relative all'università: si tratta però, per la FLC, di provvedimenti dannosi o insufficienti che la FLC aveva sfidato presentando una serie di emendamenti assieme ad altre associazioni universitarie (LINK, ADI, CNRSU), poi bocciati al Senato.

Insufficienti sarebbero i fondi destinati al diritto allo studio, 55 milioni a fronte di una necessità di 200; e insufficiente il rifinanziamento dell'ammortizzatore sociale DIS-COLL che però lascia fuori i precari della ricerca. Insufficiente inoltre il piano di reclutamento per professori ordinari ("numeri risibili").

Dannose sarebbero le cattedre Natta, perché i 500 "super-professori" così reclutati derogano a tutte le norme, confermando il trend per cui "le eccezioni sono la regola", così come anche la liberalizzazione dei professori usa-e-getta (gli RTD-A) negli atenei "virtuosi". E dannoso rischierebbe di diventare persino il rifinanziamento del FFO, perché essendo destinato alla quota premiale acuirà "le divaricazioni tra aree geografiche e settori disciplinari".

Infine, la FLC denuncia un generale impoverimento delle condizioni contrattuali per tutte le categorie: dal lungo blocco degli scatti stipendiali dei docenti (che, pur riprendendo, non valorizzano l'anzianità accumulata nel quinquennio di congelamento) all'emergenza salariale e della precarietà che coinvolge anche il personale tecnico.

Paradossale e ingiustificabile, per il sindacato, il fatto che l'IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) riceva 80 milioni dal MEF per direttissima; soldi che, secondo la FLC, si sarebbero dovuti piuttosto distribuire tramite bandi pubblici. (Fonte: FLC CGIL Roma 23-01-16)