POLITO. MINORANZE ACCADEMICHE VORREBBERO BOICOTTARE L’ACCORDO CON TECHNION, L'ISTITUTO ISRAELIANO DI TECNOLOGIA DI HAIFA |
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C'è un piccolo pezzo dell'accademia italiana che vuole boicottare il Technion, l'istituto israeliano di tecnologia di Haifa. In 200 tra docenti e ricercatori chiedono di «interrompere ogni forma di cooperazione» e accusano l'ateneo di svolgere ricerche «in tecnologie e armi utilizzate per opprimere e attaccare i palestinesi». Una richiesta che indigna i rettori che hanno siglato partnership con l'ateneo di Haifa: «La scienza è il miglior modo per superare le conflittualità. Boicottare Israele vuol dire boicottare la ricerca scientifica e questo non è mai un bene», risponde Marco Gilli, magnifico del Politecnico di Torino. L'appello ha innescato un dibattito acceso. L'Università e il Politecnico hanno infatti firmato da poco un accordo con Technion e nel primo dei due atenei ci sono almeno 30 accademici che spingono per il boicottaggio. Il tema è finito pure in Consiglio comunale, con il sindaco Piero Fassino che ha preso posizione: «Torino è una città tollerante, aperta: stigmatizzo chi propone di boicottare l'accordo». Nel mirino dei 200 firmatari ci sono anche le intese tra Technion e altri atenei italiani, da Perugia a Roma 3, da Tor Vergata a Cagliari e Firenze. Ma i rettori fanno sapere che ignoreranno le richieste di boicottaggio: «Lavoriamo a progetti congiunti sull'acqua e sul biomedicale, che nulla hanno a che fare con la violenza», sottolinea Gianmaria Ajani, che guida l'Università torinese. Dal Piemonte a Roma, la reazione è la stessa: «Stendiamo un velo pietoso, è un boicottaggio insensato. La scienza deve badare ai fatti e la produttività accademica del Technion parla da sola», dice il rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli. (Fonte: S. Parola, La Repubblica 03-02-16)
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