Home 2016 23 febbraio UE. ESTERO AUSTRALIA. RISPOSTA A IMORAN SU DIFFERENZE CON L’UNIVERSITÀ ITALIANA
AUSTRALIA. RISPOSTA A IMORAN SU DIFFERENZE CON L’UNIVERSITÀ ITALIANA PDF Stampa E-mail

Caro Imoran, urge qualche puntualizzazione.

1) Anche in Italia i professori universitari sono valutati periodicamente e, anzi, sono gli unici dipendenti pubblici italiani i cui scatti retributivi non sono automatici bensì vincolati ad una valutazione.

2) Anche in Italia i ricercatori a tempo determinato vengono stabilizzati (dopo 6 anni) solo se nel frattempo ottengono l'Abilitazione Scientifica Nazionale, altrimenti non solo restano a spasso ma addirittura viene loro proibito per legge di fare anche solo domanda in futuro per entrare nei ruoli dell'università.

3) Quella che chiami "ristrutturazione del personale accademico" in Italia non sta per iniziare come in Australia, ma è già in corso da anni; per adesso siamo arrivati ad un decremento di diecimila tra docenti e ricercatori dal 2008 ad oggi. E probabilmente non è finita. E questo nonostante il numero di ricercatori per milione di abitanti in Italia sia uno dei più bassi di tutto l'Occidente.

4) Mentre il governo australiano azzera dall'oggi al domani un centro di ricerca informatico statale, il governo italiano sovvenziona da anni con una legge "ad hoc" un istituto di ricerca privato (il più inefficiente di tutti gli enti di ricerca italiani se si calcola il rapporto tra pubblicazioni prodotte e denaro ricevuto) e nel frattempo sostiene di non avere i soldi per riconoscere l'anzianità maturata dai docenti universitari.

I motivi per cui le università all'estero funzionano molto meglio che in Italia sono molti (pensi che trapiantando la tua stupenda università australiana in Italia continuerebbe a funzionare esattamente nello stesso modo?)

Forse stando all'estero ti sfugge che molti docenti universitari in Italia vorrebbero proprio "reinventare il settore" (rovinato non da noi ma dalle generazioni sessantottine che ci hanno preceduto) e che in quest'opera a dir poco titanica non sono certo aiutati dal fatto di essere tutti indistintamente presentati come baroni e fannulloni a cui è bene saccheggiare lo stipendio.

La tendenza a confrontarsi con gli altri impiegati pubblici è semplicemente spia di una cosa che in Italia si chiama sete di giustizia. Non so come si chiami in Australia. Quando il tuo governo toglierà anche a te 90mila euro dal portafoglio, sbeffeggiando il tuo lavoro, ne riparleremo. (Fonte: G. Righini, http://www.radio24.ilsole24ore.com 17-02-16)