Home 2016 22 marzo IN EVIDENZA SCIENCE-HUB, IL ROBIN HOOD DELLA SCIENZA
SCIENCE-HUB, IL ROBIN HOOD DELLA SCIENZA PDF Stampa E-mail

Rendere disponibile la ricerca scientifica di ogni tipo e ad ogni latitudine, per favorire lo sviluppo della conoscenza e dell’attività accademica a livello globale. Questo in estrema sintesi l’obiettivo del movimento per l’Open Access, filosofia e pratica di attivisti, ricercatori e bibliotecari di tutto il mondo. Negli ultimi vent’anni progetti di condivisione della conoscenza scientifica quali la Public Library of Science, la Directory of Open Access Journals, o il leggendario database di “pre-print” arXiv, hanno trasformato il panorama scientifico e la vita quotidiana di milioni di ricercatori. Un quadro che ha ricevuto forte spinta, non va dimenticato, dall’impegno in prima persona di Aaron Swartz, l’attivista-programmatore statunitense scomparso poco più di tre anni fa, e co-autore nel 2008 del Manifesto della guerriglia open access. Ma nonostante i passi in avanti compiuti finora, resistono ancora, molti, troppi lucchetti imposti alla conoscenza accademica da grandi gruppi editoriali come Reed Elsevier che ha un fatturato annuale superiore al miliardo di dollari, e un margine di profitti intorno al 37%. Motivo per cui va montando l’opposizione a queste pratiche e aumentano le iniziative tese a ribadire che di fatto “siamo tutti custodi della conoscenza”. È in questo contesto che nasce Sci-Hub, fondato nel 2011 dalla ricercatrice kazaka Alexandra Elbakyan, recentemente finita nell’occhio delle autorità Usa con l’esplicita accusa di “pirateria”. Sci-Hub non è altro che una biblioteca virtuale di circa 48.000.000 di saggi e articoli scientifici accessibili attraverso un unico sito in maniera facile e veloce. Come spiega un lungo articolo su Big Think, appropriatamente intitolato “Ecco il Robin Hood della scienza”, in realtà Sci-Hub ricorre a vari algoritmi per aggirare i tipici paywall delle riviste scientifiche e rendere in tal modo disponibile la conoscenza scientifica a ricercatori, studiosi, esperti ma anche semplici curiosi e cittadini al fuori del giro delle grandi università o centri specializzati nord-americani che possono permettersi le cospicui tariffe e condizioni imposte dagli editori. (Fonte: A. Zanni, www.chefuturo.it 29-02-16)