Home 2016 22 marzo IN EVIDENZA I CORSI DI LAUREA IN INGLESE NEGLI ATENEI ITALIANI SONO ORMAI 245, IL DOPPIO DI DUE ANNI FA
I CORSI DI LAUREA IN INGLESE NEGLI ATENEI ITALIANI SONO ORMAI 245, IL DOPPIO DI DUE ANNI FA PDF Stampa E-mail

Il numero di studenti internazionali nel mondo è raddoppiato dal 2000 al 2013, e si moltiplicherà ancora per due entro la fine del decennio, arrivando a un totale di 7 milioni di persone (vedi grafico). I più fortunati, ovviamente, sono i Paesi anglofoni. Stati Uníti, Regno Unito e Australia da soli occupano un quarto del mercato. Ma ci sono quasi 8.000 corsi universitari impartiti in inglese da università che hanno sede in Paesi non anglofoni. Olanda e Scandinavia guidano la classifica delle destinazioni con la percentuale più alta di lauree interamente in inglese rispetto al totale. Si arriva al 38 per cento della Danimarca ma, d'altronde, nel Nord Europa l'idioma britannico è una seconda lingua. Ciò che colpisce, però, è il tasso di crescita dei Paesi mediterranei, soprattutto l'Italia. Negli ultimi sei anni nelle nostre università il fenomeno è esploso. Nella classifica Unesco sulla mobilità internazionale dei laureandi (vedi grafico), l'Italia è al decimo posto. Secondo il MIUR i corsi in inglese erano 143 nell'anno accademico 2013-2014, oggi sono 245, quasi il doppio. Di pari passo è cresciuta la quota dei laureati internazionali: sono oltre 10.000, concentrati negli atenei del Centro-Nord e nelle discipline linguistiche, chimiche, farmaceutiche, economiche, statistiche e mediche. Provengono in maggioranza da Albania, Cina e Romania, ma anche da altri Stati occidentali, in particolare Francia e Germania.
In Italia tra gli atenei pubblici, a spingere sull'internazionalizzazione è soprattutto l'Università di Bologna, seguita da Politecnico di Milano, Sapienza di Roma, Università e Politecnico di Torino, Università di Padova. Qualcosa si muove anche nel Mezzogiorno: a Bari, Catania, Napoli, Palermo e Salerno sono stati inaugurati i primi corsi in inglese. A un anno dal conseguimento del titolo, dicono le statistiche di AlmaLaurea, chi conosce le lingue e ha aderito ai programmi di mobilità internazionale ha il 20 per cento di probabilità in più di trovare un impiego. Per i bilanci delle università gli stranieri sono un toccasana: gli atenei più "internazionali" possono accedere a un premio, che ammonta al 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario erogato dal MIUR. In cima alla classifica anche qui c'è l'Università di Bologna, che l'anno scorso ha incassato oltre 9 milioni di euro. Merito, soprattutto, dei 5.800 studenti internazionali sugli oltre 84.000 iscritti, e dei 33 corsi in lingua inglese sui 209 totali. Il fiore all'occhiello dell'ateneo emiliano è il progetto Marco Polo per studenti cinesi, ai quali ha riservato 754 posti per il prossimo anno accademico. (Fonte: L’Espresso 17-03-16)