Home 2016 22 marzo RICERCA. RICERCATORI 861 POSTI DI RICERCATORE
861 POSTI DI RICERCATORE PDF Stampa E-mail

Il decreto del 18 febbraio scorso (decreto ministeriale n. 78/2016) dà il disco verde per l’attivazione di 861 posti di ricercatore a tempo determinato tipo b, che diventeranno perciò nel complesso oltre 1500, dato che presso le nostre università ce ne sono in servizio già 700. Del totale di 861 posti, 132 posti sono stati suddivisi equamente fra le 66 università statali (2 posti per ciascuna università) e gli altri 729 posti sono stati ripartiti “in base al valore degli indicatori relativi alla VQR – valutazione della qualità della ricerca complessiva (peso = 75%) e della VQR relativa alle politiche di reclutamento (peso = 25%), che sono stati utilizzati ai fini della ripartizione della quota premiale del FFO 2015”. Gli Atenei maggiormente premiati sono Bologna (48+2 posti) e “Sapienza” di Roma (45+2 posti). Forte il distacco di queste università rispetto a tutti gli altri atenei: Padova, Milano, “Federico II” di Napoli e Torino, che seguono in classifica, hanno avuto ciascuno un numero complessivo di nuovi ricercatori compreso tra 31 e 39 (Padova 39, Milano 34 e Napoli Federico II 32). Le università localizzate nel Sud e nelle isole a parità di dimensione hanno quasi sempre un numero di posti molto basso. Gli effetti della valutazione sull’allocazione delle risorse cominciano dunque a farsi sentire in maniera pesante. Degna di nota è l’ultima prescrizione del decreto, in base alla quale, nel caso in cui i predetti ricercatori, avendo conseguito l’abilitazione scientifica nazionale e avendo ricevuto la valutazione positiva dei loro atenei, accedano alla posizione di professore di seconda fascia, lo stanziamento previsto dal decreto copre anche il cofinanziamento del costo per il passaggio di fascia. Secondo l’Udu, a conti fatti, l’impatto medio di questo piano ricercatori sarà dell’1,80% rispetto all’attuale organico di ordinari, associati e ricercatori, con percentuali di recupero dei posti persi che variano tra gli atenei, con la costante, però, di svantaggiare quelli del Mezzogiorno. (Fonte: R. Tomei, ilfoglietto.it 25-02-16)